Omelie

III Domenica di Avvento 15 Dicembre 2019


 III DOMENICA DI AVVENTO (anno A) [SCARICA]

Is 35,1-6a. 8a.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11

15 Dicembre 2019

Oggi celebriamo la III Domenica di Avvento, la Domenica della gioia: “Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, viene a salvarvi […] fuggiranno tristezza e pianto”. Così dice il profeta Isaia.

Siamo invitati alla gioia vera per sentirne il sapore. È la gioia che tocca la profondità del nostro essere. È Gesù, il Salvatore, il Messia promesso, nato a Betlemme dalla Vergine Maria.

In questa Domenica, il Vangelo parla di Giovanni il Battezzatore. Egli, la roccia che sfidava il vento del deserto, che era “anche più di un profeta”, “il più grande di tutti”, ha un dubbio: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”

Giovanni si trova in carcere per ordine di Erode che non accetta la disapprovazione del profeta circa il suo legame illegittimo con Erodiade, moglie di suo fratello (Mt 4,12; 14,3-4). Giovanni, l’uomo dalla parola autorevole ed impetuosa, è ridotto al silenzio e si prepara alla morte violenta (Mt 14,5-12). In questa situazione di prostrazione e angoscia, di vera umiliazione e profonda sofferenza, riceve informazioni sulle opere che Gesù compie, ma ciò non corrisponde alla sua idea messianica. Egli attendeva un messia con i tratti del giudice forte e severo, che avrebbe abbattuto con la scure gli alberi infruttuosi e bruciato la pula del grano con un fuoco inestinguibile (Mt 3,10-12); e invece viene a sapere che Gesù mangia con i peccatori, prova compassione per le folle, annuncia soltanto la misericordia di Dio.

Come accade spesso anche a noi quando siamo sorpresi e quasi scandalizzati dalla misericordia di Dio, Giovanni sperimenta la “notte oscura” del dubbio e incarica i suoi discepoli di andare da Gesù per rivolgergli una domanda sulla sua identità: “Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettare un altro?”.

La risposta di Gesù, sintesi di citazioni profetiche soprattutto di Isaia, è chiara: “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo”. 

E ancora: “Beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!

È beato colui che non inciampa di fronte ad un messia “mite e umile di cuore” (Mt. 11,29), povero e disarmato, che annuncia ai poveri la buona notizia e non ricorre alla violenza nemmeno per liberare i prigionieri.

E mentre Giovanni riceve questa illuminante rivelazione sul Messia, Gesù parla alle folle della identità del Battista: afferma che Giovanni non è condizionato dal “vento delle mode”, non è un potente che vive nel lusso e nei palazzi del potere, è un profeta, anzi “è più di un profeta”, è colui del quale sta scritto: “ecco io mando davanti a te il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te” (Ml 3,1; Es 23, 20).

E: “In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”.

“Chi è il più piccolo? È Gesù, e solo lui può esserlo: il più piccolo in quanto discepolo di Giovanni, uno che è stato dietro a lui (Mt 3,11), è lui il più grande nel regno di Dio, che non solo inaugura ma che impersona. Sì, noi cristiani possiamo conoscere Gesù Cristo solo passando attraverso Giovanni il Battezzatore: egli è stato il precursore di Cristo, colui che lo ha indicato e rivelato come Messia e Veniente. Se non accettiamo la sua testimonianza, grande anche nel manifestare la sua fede tentata, non potremo credere neppure a Gesù (Mt 21,25-27)” (Enzo Bianchi).

Buona Domenica della gioia, in compagnia di Giovanni il Battista che ci orienta verso Cristo che è venuto e che viene.

   Francesco Savino