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Mons. Francesco Savino al campo base della Webuild Sirjo


VILLAPIANA
È l’ora della corresponsabilità, perchè come dice Papa Francesco o ci salviamo tutti insieme o non si salva nessuno. Così il Vescovo Francesco Savino stamattina al campo base della Webuild Sirjo allo Scalo villapianese, per manifestare la sua personale solidarietà e vicinanza ad Aziende e operai che lavorano sul Terzo megalotto della costruenda statale, attenzionato dalla malavita organizzata che nel giro di venti giorni ha dato fuoco a due mezzi meccanici, un merlo sollevatore telescopio e un’ escavatore parcheggiati in un cantiere sito sul lato nord del torrente Raganello, e la settimana precedente ad una gru cingolata che si trovava nel cantiere di contrada Fornara, sempre in agro di Cassano allo Jonio. Dove ha fatto visita anche il Questore di Cosenza Michele Spina che unitamente al Prefetto bruzio Vittoria Ciaramella, ha disposto più controlli con uomini e mezzi., per far sentire forte la presenza dello Stato. “Qui sono a rischio la civiltà e la democrazia”, ha tuonato il vice Presidente della Cei. Che al suo arrivo al quartier generale dell’importante azienda è stato accolto come un padre, un salvatore da tecnici ed operai, e dall’ ing. Salvatore Lieto Amministratore Delegato di Sirjo Scpa- Webuild Ss Jonica. “Siamo unici e irripetibili” ha chiosato il Vescovo fatto Popolo, salutando il padrone di casa, l’ingegnere Lieto “con il quale è nato subito un dialogo amichevole e cordiale”, il sindaco di Cassano Gianni Papasso, e quanti erano presenti, in tanti, all’iniziativa.
Poi citando il giudice Rosario Angelo Livatino
assassinato dalla mafia su una strada provinciale di Agrigento, Savino ha detto:
“Quando moriremo nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti ma credibili”. E ancora. “Sono qui con gli amici di Libera, con gli Uffici Diocesani perchè sono preoccupato, sono indignato e non voglio arrendermi a chi vuole fare di voi dei sudditi, degli schiavi. Crediamo nella libertà, crediamo a chi serve il territorio e non a chi si serve del territorio”, ha continuato tra gli applausi e la commozione generale l’alto presule bitontino. “Vogliamo essere uomini liberi senza piegarci ad un sistema malavitoso. Sono qui per dire a tutti voi, ai lavoratori, alle ditte, che la Chiesa di Cassano c’è, il Vescovo di Cassano c’è…”.
E ancora. “Non bisogna stare zitti e far finta di niente dinanzi a siffatti fenomeni criminali, perchè il silenzio può essere inteso come condivisione”.
E parafrasando il profeta Isaia ha tuonato, “Io per amore del mio popolo non tacerò”. Se ci mettiamo insieme, se remiamo tutti dalla stessa parte possiamo farcela. Don Milani diceva, ha proseguito Savino “I Care, ovvero, Me ne importa, mi sta a cuore”, e a me state a cuore tutti voi, e non chi vuole bloccare processi di sviluppo”.
Così si è espresso monsignor Savino che ricordando la visita di san Giovanni Paolo II dopo aver incontrato i familiari del giudice Livatino ad Agrigento dopo la celebrazione della Santa Messa urlò contro Cosa Nostra, “convertitevi”.
E facendo sue questa parola, si è rivolto a chi ha bruciato i mezzi sulla statale, “Convertitevi, cambiate”.
Viviamo in un territorio dove è nata la cultura, la civiltà, e a chi vuole calpestarla noi diciamo, non ci stiamo, ha scandito Savino.
Che ha citato nuovamente il Pontefice, ricordando che è stato a Sibari nove anni addietro. “Che mondo stiamo preparando per i nostri bambini, per i nostri figli?”, scrisse Bergoglio nell’Enciclica, e Savino ha aggiunto, “Oggi dobbiamo seminare speranza, dobbiamo ribellarci a certi sistemi, perchè domani dobbiamo vivere questo territorio da uomini liberi. Il Santo Padre con la sua presenza a Sibari, ci ha messo il suo corpo, ha scomunicato i mafiosi. Non c’è giustizia senza legalità. C’è assoluta incompatibilità tra noi cristiani e chi adora il male, tra noi cristiani e chi si arricchisce con il malaffare”. E l’apppello finale. “”Chi conosce la mia storia sa bene che vengo dalla scuola della non violenza, sono per il popolo della mitezza. Beato a chi sta dalla parte degii ultimi, e non dalla parte di chi vuole intimidirci”. Chiaro e preciso. Come sempre.
Rocco Gentile
Portavoce
Ucs- Diocesi di Cassano all’Jonio