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Omelia II Domenica di Quaresima 8 Marzo 2020


II DOMENICA DI QUARESIMA (anno A) [SCARICA]

Gn 12,1-4a; Sal 32; 2 Tm 1,8b-10; Mt 17,1-9

8 Marzo 2020

“Gesù, dopo aver dato ai discepoli l’annuncio della sua morte, sul santo monte manifestò la sua gloria e chiamando a testimone la legge e i profeti indicò agli apostoli che solo attraverso la passione possiamo giungere con Lui al trionfo della resurrezione”.

Le parole del Prefazio di oggi ci introducono alla comprensione del Vangelo della Trasfigurazione di Gesù. 

Dopo la “confessione” di fede di Pietro a Cesarea, “Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno” (Mt 16, 21).

È il primo dei tre annunzi della Pasqua.

All’inizio della Quaresima, “un tempo che consideriamo triste, penitenziale, violaceo”- dice Ermes Ronchi – ecco “un vangelo di luce, a ricordarci che la vita spirituale consiste nella gioiosa fatica di liberare la luce e la bellezza sepolte in noi, e nell’aiutare gli altri a fare lo stesso”.

In Matteo abbiamo ascoltato: “E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”.

Su questo ineffabile evento di comunione fra Gesù e Dio, Matteo si sofferma sulle vesti di Gesù “candide come la luce”, Marco dice che erano ”bianchissime, quali non potrebbe renderle nessun lavandaio sulla terra”, Luca “sfolgoranti”.

I discepoli si trovano davanti ad un corpo ed un volto di Gesù luminoso, trasfigurato da un’azione sorprendente e straordinaria. Sul monte la gloria di Dio risplende e i discepoli la percepiscono, sia pur parzialmente.“Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia che parlavano con Gesù”: essi percepiscono che la Legge e i Profeti, le Sacre Scritture, trovano il loro compimento in Gesù.

Allora Pietro dice: “Signore è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia” e, mentre sta ancora parlando, dalla nube luminosa che li copre, dice : “Questi è il figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”.

Questa “voce” risuona anche nel racconto del battesimo di Gesù: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 17); e poi, alla crocifissione, nelle parole del centurione: “Davvero costui era figlio di Dio” (Mt 27, 54).

La stessa voce proclama la filiazione divina del Cristo di cui troviamo riferimenti anche nell’Antico Testamento.

Sul monte della Trasfigurazione, la “voce” è la proclamazione che il Padre fa della realtà messianica e divina del figlio e i discepoli la ascoltano perché sappiano chi è veramente Gesù prima di incamminarsi con Lui verso la Pasqua, percorrendo l’itinerario oscuro della passione. 

Molto significativo è l’invito che Gesù rivolge ai discepoli: “alzatevi e non temete”. Il verbo greco, che corrisponde ad “alzarsi”, ricorre anche per indicare la resurrezione. E “non temete” è la parola che il Risorto ripete nelle apparizioni.

Anche noi dunque – leggiamo nella Lettera agli Ebrei – circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio” (Eb 12, 1-2). 

Trasfigurati nell’incontro con Cristo, possiamo dire con Sant’Agostino: “Mi chiamasti e il tuo grido lacerò la mia sordità; balenasti e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza e io respirai  e anelo verso di te; gustai e ho fame e sete; mi toccasti e arsi dal desiderio della tua pace” (Confessioni X,27,38).

Non a pochi eletti, ma ad ognuno è concesso di fare l’esperienza di incontro con Cristo che “trasfigura” e che richiama alla fiducia che “ultima, verrà la luce”. 

A tutti una santa Domenica di Trasfigurazione.

   Francesco Savino