Omelie

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE


Ml 3,1-4; Sal 23; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40

XXVI  Giornata  Mondiale  della  Vita  Consacrata

2  Febbraio  2022

 

Celebriamo, oggi, la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio.

Ricorre, in questa data, la Giornata della Vita Consacrata, di quanti hanno accolto la vocazione a seguire Gesù sulla via dei consigli evangelici.

La “manifestazione dell’Incarnazione” secondo il Vangelo di Luca cade nel 40o giorno dopo la nascita di Gesù, quando avviene la sua consacrazione al tempio, come figlio maschio primogenito.(Es 13,1-2. 11-16). Nell’Oriente Cristiano, infatti, la festa di oggi tutta orientata a Cristo è chiamata dell’Hypapante, cioè dell’incontro tra il Signore e il suo popolo, e celebra, al pari delle feste del Natale, la luce. E la processione con le candele accese, che la Liturgia prevede, significa il nostro andare incontro al Signore, luce delle genti.

L’evangelista Luca mette in evidenza che Gesù, “nato sotto la legge”(Gal 4,4), come ogni ebreo è circonciso all’ottavo giorno (Lc 2, 21) e viene presentato al Signore insieme ad una offerta. Giuseppe e Maria salgono a Gerusalemme per compiere il rito ma ciò che accade oltrepassa ogni formula rituale. Nel tempio c’è Simeone, “un uomo giusto e pio che aspettava la consolazione d’Israele”, il suo riscatto attraverso l’evento messianico. Lo Spirito Santo gli aveva detto che non sarebbe morto prima di vedere il Messia. “Mosso dallo Spirito, si recò al Tempio mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù” e riconobbe in quel bambino il Messia.

 

Dopo aver fatto la sua confessione di fede e cantato tutto il suo stupore e la sua gioia, gli occhi di Simeone vedono ciò che non è ancora manifesto a tutti. Egli dice a Maria: “Egli è qui per la caduta e la resurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione, e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”.

Questo bambino sarà accolto o rifiutato: molti lo rifiuteranno e cadranno, molti troveranno in lui la resurrezione e la vita. La contraddizione di cui Gesù è segno sarà pagata a caro prezzo da Maria, la figlia di Sion, che è madre e rappresenta l’intero popolo di Dio.

Anche la profetessa Anna, una anziana vedova che era solita trascorrere le sue giornate nel tempio vegliando e digiunando, sopraggiunta in quel momento riconosce nel bambino il Messia e si mette a lodare Dio annunciando la redenzione di Gerusalemme a quanti l’attendevano.

L’incontro tra il Figlio di Dio e il suo popolo accade nella semplice quotidianità e nella obbedienza alle prescrizioni della Legge.

Tutta la nostra esperienza cristiana consiste in questo avvenimento: l’incontro con Gesù in cui riconosciamo il Messia, il Salvatore della nostra esistenza.

L’incontro e il riconoscimento, che cambia la vita e la sua prospettiva, genera la decisione di tanti religiosi e religiose, consacrati al Signore.

Papa Benedetto XVI ricordava che Giovanni Paolo nel 1997 istituì la Giornata della Vita Consacrata, perché in tutta la Chiesa “l’oblazione del Figlio di Dio, simboleggiata dalla sua presentazione al tempio, è modello per ogni uomo e donna che consacra tutta la propria vita al Signore. Triplice è lo scopo di questa Giornata: innanzitutto lodare e ringraziare il Signore per il dono della Vita Consacrata; in secondo luogo promuovere la conoscenza e la stima da parte di tutto il popolo di Dio; infine, invitare quanti hanno dedicato pienamente la propria vita alla causa del Vangelo a celebrare le meraviglie che il Signore ha operato in loro”.

Cari fratelli e sorelle che vivete la consacrazione a Dio nelle varie Congregazioni, negli Istituti, nelle Associazioni religiose, oggi siete voi luce del mondo in Cristo Signore perché, attraverso i voti di castità, povertà e obbedienza che tra poco rinnoverete, offrite la vostra vita al Padre per la salvezza del mondo.

La consacrazione al Signore ha perso attrattiva per i giovani per il fatto che, dobbiamo dirlo, ha scarsa credibilità, manca di autenticità e di verità. Papa Francesco ha richiamato noi tutti consacrati dalla tentazione della sopravvivenza: “La psicologia della sopravvivenza toglie forza ai nostri carismi perché ci porta ad addomesticarli, a renderli “a portata di mano” ma privandoli di quella forza creativa che essi inaugurarono; fa sì che vogliamo proteggere spazi, edifici o strutture più che rendere possibili nuovi processi. La tentazione della sopravvivenza ci fa dimenticare la grazia, ci rende professionisti del sacro ma non padri, madri o fratelli della speranza che siamo stati chiamati a profetizzare. Questo clima di sopravvivenza inaridisce il cuore dei nostri anziani privandoli della capacità di sognare e, in tal modo, sterilizza la profezia che i più giovani sono chiamati ad annunciare e realizzare. In poche parole, la tentazione della sopravvivenza trasforma in pericolo, in minaccia, in tragedia ciò che il Signore ci presenta come un’opportunità per la missione” (Omelia 2 Febbraio 2017).

La fatica e le difficoltà non vanno minimizzate, possiamo però attraversarle se seguiamo il Signore Gesù ogni giorno, da vicino, cuore a cuore.

✠   Francesco Savino