Ufficio Missionario Diocesano

“Vite che parlano”


“Vite che parlano” è stato il centro della Veglia Missionaria durante la quale, Monsignor Francesco Savino Vescovo della Diocesi di Cassano All’Ionio e Vice Presidente della CEI per il Sud, ha affidato il mandato ai catechisti e agli operatori pastorali. Un momento di preghiera e testimonianza, ma anche di impegno e di richiamo a vivere nel concreto l’identità missionaria, vocazione essenziale per ogni comunità cristiana.
La Veglia è stata curata dall’ufficio Evangelizzazione, diretto da don Annunziato Laitano e dell’Ufficio Missionario diretto da don Mansueto Corrado.
Il Vicario per la Pastorale e direttore dell’ufficio Evangelizzazione e dell’ufficio Catechistico per favorire l’ambientazione, prima dell’inizio della celebrazione, ha spiegato da dove nasce il mandato? Da Gesù stesso, nel momento in cui invia i Dodici in missione dando loro precise istruzioni sul metodo, sull’essenzialità e sulla mentalità che deve caratterizzare il servizio. Il coro diretto dal m° Enzo Campana accompagnato all’organo dal m° Mauro Aluigi che ha intonato “Tu sarai Profeta” ha dato inizio alla celebrazione, e dopo un primo momento di preghiera seguito dal silenzio, la sala si è riempita con le parole delle “Vite che Parlano”, ascoltando le testimonianze di chi ha vissuto profondamente l’impegno missionario. I testi utilizzati per la riflessione sono stati tratti dai Messaggi di Papa Francesco e da “il miracolo delle piccole cose” di Santa Madre Teresa di Calcutta. E proprio colei che si definiva una piccola matita nelle mani di Dio è stata scelta per incarnare ciò che deve essere un catechista e un operatore pastorale, ovvero, uno strumento che mette a servizio della Chiesa il proprio carisma.
Dopo la lettura dei testi scelti per la riflessione, Monsignor Savino ha voluto offrire al popolo di Dio una riflessione basandosi su quella che è una sua consuetudine: scrivere una lettera ai catechisti ed agli operatori pastorali della Diocesi snocciolando i punti cardine. Prima fra tutti la propria gratitudine per la generosità del servizio! Un servizio che ha definito nascosto, ma che, sa bene, richiedere un impegno continuo che può e deve avere una sola giustificazione: l’amore di Gesù e della Chiesa, perché il Regno di Dio si faccia sempre più strada nei cuori delle donne e degli uomini di oggi e di questo mondo! “Siamo tutti insieme” ha detto ancora il Presule “popolo di Dio in cammino. Tutti uguali nel battesimo e nella dignità di figli di Dio, che rende voi e tutti i cosiddetti laici non dei semplici “collaboratori”, ma “corresponsabili” nel particolare servizio che ciascuno ha ricevuto, ma che è anche un carisma della vita e della missione della Chiesa”. “Ciò significa” ha rimarcato “che rispondete direttamente a Dio, oltre che alla comunità cristiana del vostro dono (charisma), tale perché ricevuto come grazia (charis) e pertanto da mettere sempre al riparo da quella “tentazione”, sovente accovacciata alla porta del cuore di tutti gli operatori pastorali e che Papa Francesco ha snidato, chiamandola “mondanità spirituale”. Inoltre, Mons. Savino ha rimarcato l’importanza di “Essere costruttori di pace e di riconciliazione” poiché Papa Francesco mette in guardia gli operatori pastorali anche da un’altra brutta tentazione: quella che «porta alcuni cristiani ad essere in guerra con altri cristiani che si frappongono alla loro ricerca di potere, di prestigio, di piacere o di sicurezza economica. Inoltre, alcuni smettono di vivere un’appartenenza cordiale alla Chiesa per alimentare uno spirito di contesa. Più che appartenere alla Chiesa intera, con la sua ricca varietà, appartengono a questo o quel gruppo che si sente differente o speciale». Pertanto da Vescovo dice, ancora, Mons. Savino “vi invito anch’io con convinzione: «Chiediamo al Signore che ci faccia comprendere la legge dell’amore. Che buona cosa è avere questa legge! Quanto ci fa bene amarci gli uni gli altri al di là di tutto! Sì, al di là di tutto! A ciascuno di noi è diretta l’esortazione paolina: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene”. E ancora: “Non stanchiamoci di fare il bene”.
La Veglia è poi seguita con l’ingresso della Croce posizionata sull’Altare e di tre lampade accede che sono state posizionate ai piedi della Croce. Gli operatori Pastorali dopo aver rimesso davanti al Vescovo il loro Eccomi per il mandato insieme a tutta l’assemblea hanno ribadito il loro impegno con le parole tratte da “Ci impegniamo con Cristo”.