Mons.Savino con Roberto Fittipaldi News

Lettera di ringraziamento del Vescovo S.E.Rev. Mons. Francesco Savino al dott. Roberto Fittipaldi


Lettera di ringraziamento del Vescovo S.E.R. Mons. Francesco Savino al dott. Roberto Fittipaldi

Cassano all’Jonio, 21 Ottobre 2020

“Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita. Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che anche Tu abbia un’ala soltanto; l’altra la tieni nascosta, forse per farmi capire che Tu non vuoi volare senza di me: per questo mi hai dato la vita, perché io fossi tuo compagno di volo. Insegnami, allora, a librarmi con Te, perché vivere non è trascinare la vita, non è strappare la vita, non è rosicchiare la vita. Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano, all’ebrezza del vento; vivere è assaporare l’avventura della libertà; vivere è stendere l’ala, l’unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te.” (don Tonino Bello)

Caro Roberto,

stendi le ali e vola!

Ho atteso qualche giorno affinché il fermento del mio cuore fosse pronto a rivolgerti questo mio augurio, che ti invio come espressione affettuosa di quella grande stima, che per te nutro.

Mi sento come un padre che ha osservato suo figlio nel percorso della crescita e che, ad un certo punto, deve aprire le braccia per lasciarlo andare su altre strade. Quando siamo chiamati a tracciare nuovi sentieri, ci invade sempre una strana sensazione, fatta di paura e di coraggio, di trepidazione e serenità, di speranza e tenacia. Nella metafora del padre che apre le braccia, per consegnare suo figlio al mondo, risiede l’audacia della gratitudine, di quel saper donare senza pretese, dimenticando i perimetri soffocanti dell’utilitarismo ed alzando la voce per gridare a Dio.

Oggi, alla fine del tuo percorso come direttore dell’Ufficio delle Comunicazioni Sociali nella Diocesi in cui resto padre, ad abbracciare altri, tanti, figli, mi sento di rivolgerti un augurio sincero e profondo: Non aver paura del volo!

Librati alla ricerca di quella “povertà” che è, per Papa Francesco, amore per l’essenziale, per la sobrietà dell’anima e abitudine al bene, senza cadere nella tentazione di essere prigioniero di un ruolo, epidemizzato dall’arrivismoNon farti sedurre dal potere ma dalla responsabilità della bellezza, quella che vive il cambiamento come una missione e non solo come una rottura; la continuazione di un disegno che Dio ha scelto di tracciare per noi, come “offerta libera alla sua passione”, che è la passione libera e liberante, per come scrive Ludwig Monti, della vita.Allora ti auguro questo: che la tua nuova strada abbia dei corollari di passione e tenerezza, che ti guidino verso un modo autentico di abitare l’Amore, che ti sostengano nella realizzazione di ogni relazione che intesserai e che ti aiutino, sempre, a sentirti l’altro, vestendone anche i panni più scomodi. Forse essere poveri, per come Papa Francesco ci lascia intendere, vuol dire rinunciare agli orpelli della banalità per vestire i cenci della veritàNon aver paura, mai, della verità, anche se potrà trafiggerti come un dolore o sembrarti, per dirla con le parole di Albert Camus, uno scandalo dell’imprevedibile.

Abbi a cuore il silenzio.

Recinta una fetta di anima e dedicala alla coltivazione del silenzio, perché, come diceva don Tonino Bello, “ricordiamoci che delle nostre parole dobbiamo rendere conto agli uomini, ma dei nostri silenzi dobbiamo rendere conto a Dio”.

Sii abile, sempre, ad affidarti alla contaminazione gioiosa, senza rischiare l’isolamento sensoriale dal mondo; senti l’amore attraverso il respiro, che non sia solo sguardo, tatto, ascolto, frustrazione, coraggio, ma responsabilità e gratitudine, perché, spesso, il cambiamento è figlio più dell’uomo emotivo, capace di emozionarsi e non dell’uomo laborioso. Cura il sistema immunitario del tuo amore, donalo gratuitamente e senza pretese perché l’attenzione solidale diventi terapeutica.

Vorrei augurarti molto altro ma, adesso, apro le braccia e ti osservo spiccare un nuovo volo.

Ti giunga il mio affetto nella profondità della preghiera.

+ don Francesco, Vescovo

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