“Di generazione in generazione la sua misericordia” (Lc 1,50)
Carissime, carissimi,
vorrei per prima cosa chiedere a ciascuna e a ciascuno di voi come state, se passate e vivete bene il vostro tempo, se avete provato o avete imparato a farne una distensio animi, come ci ha insegnato Sant’Agostino.
Leggersi dentro costa fatica ma accorgersi che esiste un tempo non solo cronologico ma fatto di affettività e relazioni, un tempo che non è solo Chronos ma, soprattutto, Kairos, può restituirci la bellezza del passato che è stato, del futuro che sarà e del presente che è.
Una somma di piccole cose ma di quelle essenziali che si assottigliano in pochi attimi, ancore della nostra memoria.
Quest’anno, il Santo Padre, in occasione della III Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, ci suggerisce un tema ricco di tenerezza:
“Di generazione in generazione la sua misericordia” (Lc1,50).
Queste, all’apparenza semplici parole di Luca, raccontano dell’incontro di Maria e la sua anziana parente Elisabetta e ci ricordano che la misericordia del Signore si estende di generazione in generazione. Una vera estensione dell’anima che, per voi che osservate le nuove generazioni crescere, è anche un augurio di grazia rivolto ai vostri nipoti, o pronipoti, o a quei giovani che osservate lanciarsi nel mondo, nel ricordo di ciò che siete stati.
Non immalinconitevi credendo che sia finito il vostro tempo ma cercate di viverlo come una ricerca per condurre “(…) il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri” (Malachia 4:6).
Mi ha colpito molto la scelta del versetto del Vangelo di Luca per introdurre il tema di questa giornata a voi dedicata. Mi colpisce la sua chiamata al tempo sintetizzata nelle preposizioni di…in… che significano un partire da per entrare dentro a, un ricongiungersi, un riunirsi. Mi sostiene, in questa riflessione, anche la parola generazione che in ebraico di dice dor e che vuol dire cerchio, assemblea, riunirsi. Le generazioni sono delle comunità che si riuniscono e che riunendosi si contaminano nella relazione. Questo è il senso del testimone che passate ai più giovani, la memoria culturale del di…in che è la realtà relazionale della nostra identità di persona.
Quella di oggi non è solo la festa dei nonni e degli anziani ma è anche e soprattutto la festa di quella generazione giovane che ha deciso di non essere irriconoscibile a se stessa ma, al contrario, di far valere il passato nel presente, di fare dello scarto generazionale un atto relazionale che vuol dire ricordo, memoria, esempio, cultura, vita.
Il vostro tempo è il Kairos, non l’inganno di un presente eterno, non il desiderio di un futuro incerto, non la malinconia di un passato che non può tornare ma l’affezione che questi tre tempi, insieme, veicolano.
Voi siete i custodi della memoria, dei luoghi, siete “quegli alberi che continuano a portare frutto”, come direbbe Papa Francesco e a voi chiedo di condividere con i giovani il dono di appartenere ad una storia più grande per indirizzarli verso una vita più piena e più vera.
«Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni» (Gl 3,1; cfr At 2,17)
A voi nonni e anziani oggi, in questo giorno di festa, chiedo di essere i maestranti dei sogni ed indicare ai giovani la strada delle visioni, di quelle visioni che li mettano in cammino, come Maria in visita ad Elisabetta.
Ai giovani chiedo di cogliere con il cuore allegro il vostro esempio di vita, anche se ha presentato difficoltà e fallimenti.
Siate dor, il cerchio che si chiude come un insieme infinito di sogni, di possibilità e desideri.
Cassano allo Jonio, 23 luglio 2023
✠ Francesco, Vescovo