Nm 21, 4b-9; Sal 77; Fil 2, 6-11; Gv 3, 13-17

Esaltazione della Croce

 

Felice coincidenza tra la Domenica, giorno del Signore Risorto e la Festa della Esaltazione della Croce.

Sostiene padre Ermes Ronchi: “Festa dell’Esaltazione della Croce, in cui il cristiano tiene insieme le due facce dell’unica evento: la Croce e la Pasqua, la croce del Risorto con tutte le sue piaghe, la risurrezione del Crocifisso con tutta la sua luce. Parafrasando Kant: «La cro­ce senza la risurrezione è cieca; la risurre­zione senza la croce è vuota».

Molti si domandano come si possa festeggiare uno strumento di morte come la croce; per noi cristiani, però, la croce non è strumento di morte ma di vita. Orecchini, collane, disegni: la croce oggi più che mai appare in tanti modi, ma è svuotata del senso più profondo: l’amore incondizionato di Dio per noi.

«La croce l’abbiamo inquadrata nella cornice della sapienza umana e nel telaio della sublimità di parola. L’abbiamo attaccata con riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce la siamo piantata nel cuore. Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte. Le rivolgiamo inchini e incensazioni in chiesa, ma ci manteniamo agli antipodi della sua logica. L’abbiamo isolata, sia pure con tutti i riguardi che merita» (don Tonino Bello).

Il dialogo tra Gesù e Nicodemo del Vangelo di oggi ci fa cogliere tutta la portata salvifica della croce: “Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”.

Il Figlio dell’Uomo è stato innalzato, cioè è salito sulla croce, perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna.

L’evangelista Giovanni legge la passione di Gesù come evento di gloria, legge la crocifissione come intronizzazione del Messia, legge le bestemmie dei presenti all’evento della croce quali titoli che riconoscono la vera identità di Gesù: Egli è “il Re dei Giudei” (Gv 19, 19), nome che viene scritto e proclamato in ebraico, greco e latino, le tre lingue che affermano che “il suo vero Nome che è al di sopra di ogni nome” (cfr. Fil 2, 9).

Interessante, sempre nella logica del IV Vangelo, prendere coscienza che Gesù, che afferma “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12, 32), attira non perchè è un super-uomo, nella potenza e nel trionfo mondani, ma un uomo sfigurato e colpito dagli ingiusti, il solo giusto capace di dare la sua vita per gli altri.

Ed è veramente bello lasciarsi abitare sempre dalla Parola dell’Evangelista Giovanni che dice “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”.

Questo figlio, che è Gesù, dono di Dio al mondo, non è stato mandato per giudicare o condannare il mondo ma “perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui”.

In questa Domenica contempliamo il Crocifisso, fissiamo i nostri occhi su di Lui, e con Francesco d’Assisi ripetiamo:

Altissimo, glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio.

E damme fede dritta, speranza certa e caritade perfetta,

senno e cognoscemento, Signore,

che faccia lo tuo santo e verace comandamento.

Amen

E con San Giovanni della Croce meditiamo con le parole che, nella ‘Salita del Monte Carmelo’, fa dire al Padre: “Ho già detto tutto nella mia Parola, Gesù. Cosa ti posso rispondere o rivelare ora che sia più di questo?”…“Poni gli occhi solo in Lui, perché in Lui ti ho detto e rivelato tutto, e troverai in Lui ancor più di quello che chiedi e desideri… Se volessi che ti dicessi qualche parola di consolazione, guarda mio Figlio… e vedrai quante te ne dirà” (Salita II, 22, 5-6).

 

Buona Domenica.

 

   Francesco Savino

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