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Omelia V Domenica di Quaresima 7 Aprile 2019


V DOMENICA DI QUARESIMA [SCARICA]

Is 43, 16-21; Sal 125; Fil 3, 8-14; Gv 8, 1-11

7  Aprile  2019

Protagonista di questa V Domenica di Quaresima è ancora la misericordia di Dio che ricrea e ravviva chi, per diverse ragioni, non ha più alcuna speranza. E’ sempre la misericordia che ci converte nel cuore, nella mente e nelle azioni.

Gesù “…al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise ad insegnare loro”: in lui parola e vita coincidono e le folle ascoltano i suoi insegnamenti perché li trovano veri e coerenti. 

Gli si avvicinarono anche alcuni scribi e farisei che non sopportavano che Egli si rivolgesse ai peccatori (“venuto a chiamare i peccatori, non i giusti”Lc 5, 32), non capivano perché li accogliesse e mangiasse con loro” (Lc 15, 2); non accettavano nemmeno che Egli ripetesse “i pubblicani e le prostitute vi precedono nel regno di Dio” (Mt 21, 31).

Prigionieri di questo modo di pensare, completamente chiusi alla novità del Regno di Dio annunciato da Gesù, “gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè nella legge ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?»”.

“Il loro ricorso alla Legge è formalmente corretto (cf. Lv 20,10; Dt 22,22-24), ma il loro cuore è abitato da odio e da intenzioni cattive: «tentano» Gesù, lo mettono alla prova per trovare una contraddizione tra lui e la Legge di Dio, in modo da poterlo condannare” (Enzo Bianchi).

Gli scribi e i farisei attendono la risposta “ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra”. Con questo atteggiamento, che mi sembra quasi ironico, Gesù dice che il loro cuore è lontano da Dio, le loro intenzioni sono cariche di pregiudizio e di rancore.

Poi si alzò e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. 

Questa provocazione mette in luce una realtà di cui tutti sono consapevoli: chi mostra il suo peccato pubblicamente è il segno visibile della condizione di noi tutti che siamo peccatori. Tutti siamo, dunque, bisognosi della misericordia di Dio. 

Nel Vangelo di Giovanni leggiamo che gli accusatori di quella donna “udito ciò, se ne andarono uno per uno cominciando dai più anziani”.

Sant’Agostino commenta a questo punto: “Rimasero solo loro due, la misera e la misericordia”. 

“Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?» Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanche io ti condanno; va e d’ora in poi non peccare più»”.

Chiamato dai suoi accusatori a scegliere tra la legge e la misericordia, Gesù sceglie la misericordia senza andare contro la legge perché distingue il peccato dal peccatore. Sceglie sempre di salvare il peccatore e stigmatizzare il peccato senza mai accusare. Non pratica una giustizia punitiva, né mai castiga nessuno. Piuttosto con la misericordia del Padre offre sempre ad ogni peccatore un orizzonte di senso e di speranza. 

La misericordia è generativa di speranza e di futuro!

In questa Domenica, che ci fa intravedere ormai la Pasqua, la misericordia di Dio non solo ci interpella ma ci invita anche ad uno sguardo diverso sulla vita e sugli altri.

La misericordia è, infatti, “scandalo” e “sfida” perché, da un lato, ci scandalizza, ci disturba e ci inquieta in profondità e, dall’altro, ci sfida a viverla, condividerla, trasmetterla e testimoniarla.

Vi auguro una Domenica di misericordia che ci ricrei tutti.

   Francesco Savino