Omelie

Ascensione del Signore Domenica 8 Maggio 2016


ASCENSIONE DEL SIGNORE [SCARICA]

8 maggio 2016

Celebriamo, in questa Domenica, l’Ascensione del Signore, evento pasquale che Luca racconta, nel suo Vangelo, come accadimento conclusivo della vita di Gesù di Nazareth e, negli Atti degli Apostoli, come evento che dà inizio alla vita della Chiesa.

Le due narrazioni, che abbiamo appena ascoltate, interpretano l’Ascensione di Gesù secondo due prospettive diverse. Infatti, negli Atti degli Apostoli, il Signore ascende al cielo quaranta giorni dopo la sua Resurrezione (cfr. At 1,3), mentre, nel Vangelo, l’Ascensione accade  nella tarda sera di quel ʺgiorno senza fineʺ, il ʺprimo della settimanaʺ (cfr. Lc 24,1), giorno della scoperta della tomba vuota e della manifestazione del Risorto alle donne (cfr. Lc 24,1-12), ai due discepoli di Emmaus (cfr. Lc 24,13-35), ed infine a tutti i discepoli riuniti a Gerusalemme (cfr. Lc 24,36-49). Si tratta sempre dell’unico  straordinario evento della Resurrezione che viene raccontato  evidenziando particolari diversi: la Resurrezione inizia con il passaggio di Gesù alla vita eterna, in cui siede alla destra di Dio Padre (Ascensione) e si conclude con   la discesa dello Spirito Santo, il grande dono fatto alla Chiesa, il popolo di Dio (Pentecoste: cfr. At 2,1-11).

Fermiamoci a contemplare l’evento dell’Ascensione di Gesù al cielo lasciandoci interrogare dalla Parola proclamata e ascoltata.

A conclusione  del  Vangelo, Luca  racconta che Gesù si separa dai suoi non per abbandonarli ma per essere con loro sempre, non più fisicamente ma in  maniera diversa. Con la morte, l’esistenza terrena del Maestro è conclusa; ora, dopo la Resurrezione, la Sua esistenza è totalmente altra. Gesù è tornato ʺalla destra del Padreʺ.

Nella casa dei discepoli a Gerusalemme, in cui è ambientato il brano del Vangelo di questa Domenica,  il Risorto appare ai discepoli e spiega loro il compimento delle Scritture e delle Sue parole, ripercorrendo gli eventi che lo hanno visto protagonista: ʺil Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni.ʺ  Egli spiega le Scritture perché i discepoli comprendano quanto esse contengono e quanto essi hanno vissuto: la compatibilità tra ʺsta scrittoʺ e gli eventi di cui sono stati partecipi. I discepoli sono messi nella condizione oggettiva di capire ciò che prima non comprendevano. Molte volte Gesù aveva parlato loro della  ʺnecessitasʺ, come scrive Enzo Bianchi, della Sua passione e della Sua morte, ma quelle parole erano sembrate, al cuore pensante dei discepoli, enigmatiche e addirittura scandalose. Ora per i discepoli, tutto è  acclarato! E c’è di più: ora essi sono chiamati a divenire testimoni credibili degli eventi accaduti che postulano la conversione e garantiscono la remissione dei peccati.

Dunque i discepoli, testimoni di questa esperienza di Misericordia, insegnata e vissuta da Gesù, devono annunciarla a tutti i popoli, a tutte le genti. La Chiesa esisterà per questo compito evangelico: annunciare ed essere Misericordia, ai poveri, ai malati, ai sofferenti, ed essere prossimità ai peccatori, cominciando da Gerusalemme fino ai confini del mondo. Il Vangelo, la bella notizia, consisterà nell’annunciare e nel testimoniare la bellezza del perdono e della Misericordia.

La missione della Chiesa nascente, lo si capisce, è ardua, impegnativa e difficile, ma Gesù non la lascia sola, abbandonata alle forze e ai condizionamenti umani. Egli dice ʺIo mando su di voi colui che il Padre mio mi ha promessoʺ, “la potenza venuta dall’alto”.  Lo Spirito Santo renderà la Chiesa nascente idonea a vivere la missione. Grazie a questo dono nessuna paura  sconvolge la Chiesa.

Secondo il racconto di Luca, Gesù, dopo aver condotto i discepoli a Betania, ʺmentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su in cieloʺ.  Questa benedizione produce tanta gioia, nonostante il distacco, nella Sua comunità. La gioia dei discepoli è il segno più bello e più significativo di quanto essi comprendano  circa l’ʺallontanamento–distaccoʺ di Gesù.

Ed è questa gioia che non deve mai abbandonare la Chiesa, comunità dei credenti, perché il Risorto, l’Asceso al cielo, col dono del Suo Spirito, sarà presente  sempre, fino alla fine del tempo.

L’ Ascensione ci richiama  alle due dimensioni del mistero: tutta la vita di Gesù è cammino verso il Padre, compimento della storia.  Per i discepoli, è l’inizio della missione ed   è anche l’inizio del tempo della Chiesa, che è il ʺprolungamentoʺ di Gesù nel mondo.

La festa di oggi sostenga noi, Chiesa qui ed ora, ad essere fedeli al cielo e fedeli alla terra, certi di essere  per sempre nel ʺcuoreʺ del Risorto.

  Francesco Savino