Omelie

DOMENICA DI PENTECOSTE


DOMENICA  di  PENTECOSTE

At 2,1-11; Sal 103; Gal 5,16-25; Gv 15, 26-27; 16, 12-15

23  Maggio  2021

Celebriamo in questa Domenica, a cinquanta giorni dalla Pasqua, la Festa di Pentecoste.
Mentre la comunità giudaica celebrava il dono della Legge di Dio a Mosè, sulla comunità cristiana scende lo Spirito a segnare il passaggio dall’Antica alla Nuova Alleanza: il cristiano non obbedisce più alla Legge ma accoglie lo Spirito che lo abilita ad amare come ama Gesù.
La Pentecoste viene raccontata sia negli Atti degli Apostoli sia nel Vangelo di Giovanni.
Il testo degli Atti degli Apostoli descrive l’evento ricorrendo prima ad un segno percepibile all’udito “venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso”, poi un segno percepibile alla vista “apparvero loro lingue come di fuoco” e, infine, come di una realtà non percepibile, “tutti furono colmati di Spirito Santo”.
Cosa provarono tutti coloro che furono “colmati di Spirito Santo”?
Raniero Cantalamessa dice: “Fecero un’esperienza travolgente dell’amore di Dio, si sentirono inondati di amore, come da un oceano”. San Paolo dice infatti “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato” (Rom 5,5).
Il primo effetto che lo Spirito Santo produce in una persona è farla sentire amata da Dio di un amore tenerissimo, infinito.
Il segno delle lingue testimonia che qualcosa di nuovo è successo: “E cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”. Le nuove e diverse lingue non generano confusione, anzi creano intesa e unità. Il testo specifica che erano presenti Parti, Medi, Elamiti, gente di “ogni nazione che è sotto il cielo” e “ciascuno li sentiva parlare la propria lingua”.
Con questa puntualizzazione l’autore degli Atti, Luca, ha voluto evidenziare la differenza tra Babele e Pentecoste: a Babele tutti parlano la stessa lingua ma nessuno capisce l’altro; a Pentecoste ognuno parla una lingua diversa e tutti si capiscono. A Babele i costruttori della torre sono uomini animati da una volontà di potenza, ricercano la gloria, e infatti dicono: “Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome per non disperderci su tutta la faccia della terra” (Gen 11,4). A Pentecoste, invece, gli Apostoli proclamano le grandi opere di Dio. Non cercano potere o affermazione personale ma annunciano e testimoniano la grandezza e la bellezza di Dio. Dio è al centro della loro vita: alla volontà di potenza si è sostituita la volontà del servizio e alla legge dell’egoismo quella dell’amore.
Sant’Agostino afferma che nel cantiere di Babele si costruisce Babilonia, la “città di Satana”, nel cantiere della Pentecoste si edifica Gerusalemme, la città di Dio. Ogni nostra azione, civile e religiosa, privata e pubblica, è accompagnata dalla scelta se essere Babele o Pentecoste. Scegliamo Babele quando affermiamo a tutti i costi la centralità del nostro “ego”, scegliamo Pentecoste quando affermiamo Dio e l’altro.
Nel passo del Vangelo troviamo la definizione dell’identità dello Spirito e della sua azione. L’evangelista Giovanni dice che lo Spirito è il “Paraclito”, “Colui che viene in soccorso”, l’Aiutante, il Soccorritore. È stato anche definito “Consolatore”, che non significa Colui che viene a confortarci, ma Colui che elimina alla radice la causa della sofferenza. E il Paraclito, che Gesù dice rimarrà sempre con voi, è la garanzia della comunità dei cristiani.
Lo Spirito viene definito anche come “Spirito della verità” che “vi guiderà a tutta la verità”: non autorizza a possedere la verità, ma a camminare nella verità, insieme a tutti.
Gesù aggiunge che lo Spirito “dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future”: nel dinamismo creativo e generativo dello Spirito Santo, la comunità cristiana troverà risposte sempre rinnovate.
Gesù dice ancora: “tutto quello che il Padre possiede è il mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”: lo Spirito ci aiuta a comprendere il Vangelo e ad attuarlo.

Augurando buona Domenica di Pentecoste, vi esorto a prendere coscienza del dono infinito dello Spirito Santo che è la vera garanzia della Chiesa.

 

✠   Francesco Savino