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“Giornata delle claustrali: riflessioni di monsignor Savino”.


“Sentinelle del Mattino che annunciano il sorgere del sole”

 

Giornata delle Claustrali

 

Normalmente ci si stupisce nel vedere ragazze laureate in ingegneria, medicina, giurisprudenza e altro, dopo la non facile scalata ad una laurea e dinanzi ad un futuro carico di promesse, scegliere la clausura come modello di vita. Ascoltando le loro testimonianze decise, serene, incontrandole dietro una grata sorridenti e felici non possiamo non porci alcuni interrogativi: perché? Con tutto il bene che si può fare nel mondo, appaiono “vite sprecate”, come recita la più comune delle considerazioni della gente e magari anche dei buoni cristiani.

Ad un occhio o meglio ad un cuore attento alla realtà appare decisamente nella sua dimensione più autentica come si può raccogliere nella stupenda espressione di S. Teresa di Gesù Bambino, contemplativa e patrona delle missioni: «… capii che la Chiesa aveva un Cuore e che questo Cuore era acceso d’amore. Capii che solo l’Amore faceva agire le membra della Chiesa… Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa… nel cuore della Chiesa, mia Madre, io sarò l’Amore».

Ecco allora schiarirsi l’orizzonte della identità della vita claustrale; essa è  Cuore della Chiesa dove Cristo è il riferimento assoluto, Cristo è l’unico essenziale, Cristo ha il primato su tutto e su tutte le frenesie che agitano il mondo contemporaneo che rapportate a Lui, sono solo il nulla.

E’ confermato dalla convinzione della Chiesa stessa e ripetutamente espressa nel Magistero, che vi è un’intima connessione tra preghiera e diffusione del regno di Dio, tra preghiera e conversione dei cuori, tra preghiera e la fruttuosa ricezione del messaggio evangelico, perciò vivendo alla presenza e della presenza del Signore, le monache  accolgono la voce dell’umanità e la presentano a Cristo e nello stesso tempo testimoniano alle genti la preziosa anticipazione della meta escatologica verso cui tutti  dovremmo orientarci per essere sempre con Cristo

 Cristo stesso insegna, attraverso la contemplazione continua, ad accogliere le grida, le sofferenze, le gioie, le conquiste, le sconfitte che a Lui convergono da tutta l’umanità, attraverso il cuore contemplativo. Nella comunione con Cristo, coltivata continuamente nella contemplazione, ogni lavoro diventa offertorio sull’altare della Chiesa e la vita di ogni monaca diviene una misteriosa fonte di fecondità apostolica e di benedizione per la comunità cristiana e per il mondo intero

Un monastero contemplativo costituisce un dono per  la Chiesa locale cui appartiene perché ne rappresenta il volto orante  e rende più ricca e più significativa la sua presenza di Chiesa. E’ bello che i fedeli imparino a conoscere il ruolo specifico dei contemplativi,  la loro presenza discreta, ma vitale, la loro testimonianza silenziosa che è richiamo alla preghiera e all’essenziale della vita e all’esistenza del Primato di Dio.

I Vescovi, come pastori  di tutto il gregge di Dio, sono i primi custodi del carisma contemplativo, ad essi è affidato il compito di nutrire la Comunità contemplativa con il pane della Parola e dell’Eucarestia e dell’accompagnamento spirituale adeguato.

Nello stesso tempo hanno la responsabilità di vegliare perché nella società attuale, tendente alla dispersione, alla mancanza di silenzio, ai valori appariscenti, la vita dei monasteri, alimentata dallo Spirito santo, rimanga autenticamente e interamene orientata alla contemplazione di Dio, perché continui ad essere “sale della terra e luce del mondo”.

 

Cassano all’Jonio, 21 novembre 2022

    Presentazione della B. V. Maria

✠   Francesco Savino

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