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Il diritto d’asilo report 2022 Conclusioni di Mons. Francesco Savino


Vorrei iniziare questo mio intervento ringraziandovi per la presenza e l’attenzione qui con noi oggi pomeriggio e da una storia concreta (questa storia è nel volume il diritto d’asilo). 

Said è un “minore non accompagnato” sudanese di 16 anni, nato in Darfur e cresciuto in un campo per sfollati interni. Quando ha 13 anni, le milizie janjaweed attaccano il campo e gli uccidono e torturano alcuni familiari. Lui fugge in Libia, dove rimane detenuto per mesi. Nel 2020 si riduce a chiedere asilo in Niger. Said vuole studiare. Sa che alcuni rifugiati vengono inseriti in programmi di reinsediamento o in corridoi umanitari per andare in Europa o in America, ma anche che i minori non accompagnati ne sono tagliati fuori. Però nel novembre ’21 la sua voglia di apprendere gli consente di essere inserito in un progetto pilota per volare in Italia con un visto e una borsa di studio. Le procedure e gli accertamenti si dilungano per 10 mesi, che il ragazzo vive con un forte stress emotivo e con la paura di restare bloccato per sempre in Niger. Ma a metà ottobre 2022 Said può finalmente prepararsi a partire per l’Italia, dove una famiglia affidataria lo aspetta con gioia e impazienza.

 

Una storia di presente e di futuro, un futuro che troppe volte rischia di incepparsi per motivi assurdi e qualche volta si riapre grazie al coraggio di chi lo cerca e alle reti di associazioni e famiglie che percorrono nuove strade per costruirlo.

 

Questo Report 2022 è molto ricco di storie, ma anche di analisi e di dati puntuali e precisi sulle migrazioni forzate e il diritto d’asilo nel mondo, lungo le varie “rotte” migratorie verso l’Europa, nel territorio dell’UE e in Italia.

Il Report è curato da un’équipe, redattori e collaboratori che, oltre ad essere professionisti ed esperti del settore, seguono concretamente i richiedenti asilo e i rifugiati nei loro percorsi in Italia, o sono essi stessi rifugiati, e si sente la loro partecipazione non solo intellettuale ma emotiva al tema.

Questo sguardo globale ma profondo ci ha aiutato ad entrare nelle cause per cui sempre più persone – nel 2022 è stata superata la drammatica soglia dei 100 milioni – sono costrette a fuggire e a toccare con mano tutti gli ostacoli che purtroppo continuano ad incontrare nel loro percorso, prima di ricevere accoglienza e protezione.

Le numerose guerre, che siamo sempre meno capaci di chiudere e che si moltiplicano; il costante aumento delle spese per la vendita delle armi; le stridenti disuguaglianze nel mondo tra chi ha sempre di più e chi ha sempre di meno (a volte nemmeno l’acqua e il cibo per sopravvivere); i cambiamenti climatici che sempre di più colpiscono le popolazioni e i territori che sino a questo momento hanno prodotto meno emissioni, ma che ne stanno già pagando il prezzo più alto: sono tutte ragioni che ci richiedono di ripensare la modalità di stare non solo in questo paese e in questo continente ma nel mondo, che dovrebbero portarci a mettere a breve seriamente in discussione il modello economico su cui ci basiamo, e ad ascoltare molto di più il grido di aiuto che i giovani e la terra ci lanciano con segnali inequivocabili rispetto al cambiamento climatico.

Questi sono anche gli anni in cui il conflitto russo–ucraino ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa. E in questa tragica circostanza siamo stati capaci assieme di riaprire le frontiere per milioni di ucraini. Allo stesso tempo però, duole dirlo, la stessa Europa ha mantenuto le pratiche di chiusura e di discriminazione, di rimbalzo di disponibilità nei confronti di tutte le altre persone che allo stesso modo scappano da conflitti e violazioni dei diritti.

E anche quando queste persone riescono ad entrare continuano a trovare nel loro percorso ostacoli e difficoltà.

Duole vedere questo doppio standard: accoglienza per qualcuno (gli ucraini in questo momento) e respingimenti, mancanza di posti di accoglienza e di accesso alla procedura di asilo per gli altri (nota bene: tutte le persone che arrivano via terra dai Balcani sono costrette ad aspettare mesi per poter fare richiesta di asilo e poi per riuscire ad avere un posto di accoglienza). Finalmente un tribunale quello di Bologna, pochi giorni fa, ha emesso una sentenza da cui si evince che sia le Prefetture che le Questure che fanno attendere il permesso di soggiorno come richiedenti asilo o che non inseriscono le persone in accoglienza dopo che hanno fatto richiesta di asilo stanno attuando delle pratiche illegittime.

Io vorrei, prima di chiudere, unire però con forza la mia voce a quella di Papa Francesco e a quello che ci ha detto per questa 108 giornata delle migrazioni e dei rifugiati: Il Futuro si può costruire solo con i migranti e i rifugiati. E voglio sottolineare con tutti i migranti e i rifugiati: non solo con quelli che ci piacciono o che sentiamo più vicini a noi, perché solo così si potrà tendere a realizzare anche in terra pace e giustizia: “Nessuno dev’essere escluso. Il… progetto è inclusivo e mette al centro gli abitanti delle periferie esistenziali. Tra questi ci sono molti migranti e rifugiati, sfollati e vittime della tratta. La costruzione del Regno di Dio è con loro, perché senza di loro non sarebbe il Regno che Dio vuole. L’inclusione delle persone più vulnerabili è condizione necessaria per ottenervi piena cittadinanza”».

 

Roccella Ionica, 26 Gennaio 2023

                                   ✠   Francesco Savino

                             Vescovo di Cassano all’Jonio

                             Vicepresidente CEI

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