6 Novembre 2022

Mons Savino e don Pietro Groccia fanno fronte comune sul vile atto intimidatorio subito dall’assessore Sposato

“Ogni genere di sopraffazione che si fa nociva della dignità del territorio è un’offesa all’intera collettività”.  Sono queste le parole pronunciate da mons. Francesco Savino vescovo di Cassano All’Ionio e Vice Presidente CEI per l’area del Sud appena ha appreso la notizia del vile ed ignobile gesto, perpetrato nella notte tra sabato e domenica, da ignoti, a Sibari, contro l’auto di proprietà dell’Ing. Leonardo Sposato, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Cassano All’Ionio.

Un gesto vile – ha affermato mons. Savino – che genera tanta tristezza e che va condannato senza mezzi termini.  Un atto ignobile che aderisce al regno del peccato e fa di chi lo ha perpetrato un altrettanto operaio della sinagoga di satana.

È lo sgomento il sentimento che si fa strada e pervade la nostra comunità – sostiene il parroco sibarita Pietro Groccia – ogniqualvolta si verificano gesti del genere, che tra l’altro, vanno a colpire la sfera personale. È doveroso – ha aggiunto ancora il Parroco sibarita unendosi all’appello del vescovo – stigmatizzare e condannare aspramente queste azioni biasimevoli di stampo criminale messe in atto nell’inutile tentativo di impaurire cittadinanza e istituzioni. Noi dobbiamo annunciare il Vangelo e difendere i deboli, promuovere la giustizia e la solidarietà, contro ogni forma di prepotenza e di prevaricazione. 

Il vescovo mons. Savino e il parroco Pietro Groccia interpretando i sentimenti dell’intera comunità ecclesiale sibarita esprimono, pertanto, vicinanza affettiva all’Ing. Sposato e alla sua famiglia, per l’atto delittuoso di cui è stato fatto vittima, con la speranza nel cuore che al più presto si faccia luce sull’accaduto, per ristabilire, a Sibari e nell’intero territorio, il senso della giustizia e della legalità.

Ai cittadini, quindi, l’invito da parte della Chiesa diocesana ad una profonda reazione liberatrice da ogni potere criminale e ad una aperta dissociazione da quanto non rappresenta il vero volto del nostro popolo. Un grido che si fa appello perché si faccia fronte comune contro ogni violenza e ci si renda promotori di una civiltà nuova, la civiltà dell’amore, che rappresenta il simbolo di un’autentica svolta verso una nuova antropologia della persona.