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Mons. Savino in visita nei luoghi dove si incarna il Mistero della Pasqua.


Si potrebbe definire Pastorale della tenerezza quella che, ogni anno, il Vescovo di Cassano All’Jonio, S.E. Rev.ma Mons Francesco Savino, compie recandosi in visita pastorale presso le strutture ospedaliere, case protette, case di reclusione e strutture rieducative per trascorrere qualche ora con gli operatori e gli ospiti e porgere loro gli auguri in vista della Santa Pasqua. Infatti, anche quest’anno, il presule cassanese ha fatto tappa presso “Casa Serena Santa Maria di Loreto”, presso l’Hospice “San Giuseppe Moscati”, presso “Il Mandorlo” a Cassano all’Jonio, presso la Comunità per Disabili “Casa della Divina Provvidenza Rovitti Grimaldi” sita a Laino Borgo, presso la Casa per anziani “Rovitti” e a Casa “Zaccheo”, struttura di accoglienza per bambini, in Francavilla Marittima e presso l’Istituto di Reclusione “Rosetta Sisca” di Castrovillari.
Luoghi dove si incarna il Mistero della vera Pasqua ha ripetuto Monsignor Francesco Savino nella varie tappe, perché è guardando negli occhi, osservando e scrutando questi fratelli che si può vedere il vero volto di Gesù. È  in questi luoghi si può solo fare silenzio lasciando spazio alla tenerezza e alla gratitudine.
Tutto ciò che Gesù ha vissuto non può essere incatenato dalla morte.
Si tratta in molti casi di luoghi di sofferenza ma sono soprattutto luoghi dove alberga la speranza ed è sugli altari dove Monsignor Savino ha celebrato l’Eucaristia che è stata posta la sofferenza, gli sbagli, i disagi e la tenerezza di ognuno. Fare Pasqua in questi luoghi deve significare non sentirsi abbandonati alla morte ma alla Resurrezione.
“Amore e Pace”, sono le due parole fondamentali non solo della Pasqua ma anche del tempo che viviamo funestato da guerre e persecuzioni e il “perdono” è l’ulteriore elemento imprescindibile per vivere nella pienezza il tempo forte della Quaresima. Con queste esortazioni Monsignor Savino ha chiesto a tutti coloro che ha incontrato, gestori ed operatori, un supplemento d’amore e disponibilità nei confronti delle persone affidate alle loro cure e a queste ultime di vivere questa fase della Vita con serenità, coltivando sentimenti di pace e perdono.
Ai detenuti, nello specifico ha ricordato che “La vita di ciascuno di voi è unica ed irrepetibile, pensate a questo periodo di detenzione come ad un’opportunità di crescita, ad un cammino che vi aiuti a trasformare il malessere in benessere, ad un’occasione di risorgere, avendo cura di voi stessi. Il futuro vi aspetta, mostrate al mondo che sta fuori il vostro cambiamento, tutto dipende da voi”.
Le parole, cariche di affetto, rivolte ai detenuti, alle detenute e agli operatori presenti, hanno confermato l’attenzione costante che il Vescovo, sin dal suo primo insediamento, ha dedicato ai più fragili e a tutti coloro che hanno intrapreso, seppur con fatica, la strada del riscatto. Un riscatto che potrà concretizzarsi solo attraverso la consapevolezza degli errori commessi e, soprattutto, attraverso la volontà di perseguire un cammino che riesca a proiettare verso nuove prospettive e a restituire la speranza nel futuro.
Ha concluso la sua riflessione offrendo a ciascuno un augurio di speranza: “l’augurio che vi faccio è quello di tornare alla vita comune da persone libere da ogni tipo di oppressione. Il mondo vi aspetta da persone risorte”.

Mandorlo

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