News

Mons. Savino sulla questione della signora Fatima: “Il cuore aperto e le gambe pronte ad andare”


Al giornalista Martino Zuccaro

 

Cassano all’Ionio, 23/11/2022

Gent.mo Sig. Zuccaro,

la ringrazio per la lettera rivoltami, per la denuncia sociale che fa a tutto il territorio. È importante accorgersi delle povertà e non far finta di niente come spesso accade. Grazie a Dio il mondo è pieno di persone che non passano indifferenti di fianco alla sofferenza degli altri.

 “Prima di cercare la guarigione di qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare”: così scriveva il padre della medicina, il grande Ippocrate. Ci occupiamo costantemente di realtà disagiate in tutto il territorio diocesano e, purtroppo, spesso non manca la volontà di aiutare e di trovare delle soluzioni, ma la voglia di chi vive il disagio di farsi aiutare e di accettare il cambiamento della sua vita, del suo stile di vita. La mia esperienza da giovane volontario prima, da sacerdote e da Vescovo ora nelle piccole o grandi comunità, tramite le parrocchie o la Caritas diocesana, mi ha insegnato che non possiamo aiutare chi non vuole essere aiutato, non possiamo imporre la “nostra dignità”, la “nostra verità”, le “nostre scelte” e dobbiamo rispettare gli altri anche se le loro scelte a noi risultano incomprensibili.

La sua lettera-denuncia fa presente una situazione che è già ben nota alla nostra Chiesa locale, in particolare alla nostra Caritas diocesana. Non voglio elencare quanto fatto o provato a fare in questi anni, innanzitutto in rispetto della privacy della sig.ra Fatima, ma anche perché il Vangelo ci insegna che la Carità si fa in silenzio: “Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6, 3-4). Le parole di Gesù ci invitano ad una reale intimità con Dio, l’invito è di porre le buone opere nelle mani di Dio e non dell’uomo.

Racconto solo un piccolo esempio per spiegarmi meglio: in sinergia con il consultorio familiare dell’ASP di Cassano all’Ionio siamo più volte intervenuti, abbiamo accompagnato la signora in una struttura della nostra regione, dove poteva prendersi cura di sé stessa con il supporto di figure professionali e a restarvi tutto il tempo necessario affinché potesse riuscire a riabilitarsi dal disagio e dalla sofferenza vissuta. Ma la signora Fatima, in piena libertà, dopo qualche giorno, ha lasciato la struttura ed è ritornata a vivere per strada.

Dunque, non possiamo imporre alle persone di seguire quello che abbiamo stabilito per loro, possiamo solo donare il nostro impegno e la nostra vicinanza accettando le loro scelte, rispettando la loro libertà e i loro “tempi”.

Caro sig. Zuccaro, ribadisco ancora una volta i miei ringraziamenti per la sensibilità dimostrata e per averci sottoposto il problema. Abbiamo bisogno di combattere l’individualismo con la solidarietà e la concretezza.

Riprendendo le parole del Santo Padre rivolte al Focsiv: “Il volontariato è la fatica di uscire per aiutare altri, è così. Non c’è un volontariato da scrivania e non c’è un volontariato da televisione, no. Il volontariato è sempre in uscita, il cuore aperto, la mano tesa, le gambe pronte per andare. Uscire per incontrare e uscire per dare.”

Benedico lei e quanti ci leggono!

                   Vostro

 don Francesco Savino, Vescovo