12 Luglio 2015

Mons. Savino: Verità, Libertà e Giustizia, le tre parole che un buon giornalista non deve dimenticare mai

Rassegna stampa: il servizio del TG3 Calabria e del corrispondente da Cassano de “il Quotidiano del Sud”, sull’incontro tra il Vescovo di Cassano e una delegazione di giornalisti del Circolo della Stampa “Pollino-Sibaritide”.


di Antonio Iannicelli*

“L’informazione è fondamentale nel processo formativo di qualsiasi entità. Un’informazione libera e pluralista è il segnale della libertà in una democrazia matura. Ci sono tre termini  Verità, Libertà e Giustizia che un buon giornalista non deve mai dimenticare. Un giornalista non può cedere alla falsità. Bisogna che chi fa informazione sia il collaboratore della verità, anche perché la verità rende liberi ed è un attributo di Dio. Un giornalista che per qualsiasi motivazione cede alla falsità viene meno al suo ruolo. Il giornalista non può non essere al servizio della giustizia. Su queste tre parole, verità, libertà e giustizia ci giochiamo la vita”. Lo ha sostenuto, ieri mattina, monsignor Francesco Savino, vescovo della diocesi di Cassano, incontrando una delegazione di giornalisti del circolo della stampa “Pollino – Sibaritide”. L’incontro si è tenuto presso il vescovado, in piazza Sant’Eusebio, a Cassano. Il presule cassanese, nemmeno incontrando gli operatori dell’informazione, si è smentito. “Datemi del tu. Chiamatemi don Francesco. Io nel pregare do del tu anche a Gesù”, ha esordito il Presule. L’incontro tra il vescovo e i giornalisti si è aperto con un breve intervento del presidente del  “Pollino – Sibaritide”, Cosimo Bruno, il quale, nel dare, a nome di tutti i giornalisti iscritti al circolo,  il benvenuto a monsignor Savino e nell’augurarsi che “questo incontro sia l’inizio di una proficua collaborazione”, ha illustrato, a grandi linee, le attività del sodalizio. “I giornalisti – ha rimarcato Cosimo Bruno –  sono i fedeli servitori della notizia e la loro professione è un servizio, una missione per la collettività”. Il presidente Bruno, nel sottolineare che  anche la professione giornalistica, come gran parte delle professioni, in questo periodo, non vive giorni felici, ha concluso sostenendo che “non vi può essere una buona informazione se quotidianamente si vogliono cancellare le tutele e se, soprattutto, quotidianamente si attenta alle libertà e al giusto compenso dei giornalisti”. Don Francesco, nel rimarcare come la professione giornalistica sia da intendere come un vero e proprio servizio, ha tenuto a evidenziare che “mai come in questo momento la parola “servizio” va recuperata dandogli il senso che gli compete. Oggi, in questa nostra società,  c’è la  tendenza che tutti vogliono “servirsi” e nessuno vuole “servire”. Monsignor Savino si è detto fortemente preoccupato dal narcisismo e dall’individualismo predominanti in questa nostra società. “L’individualismo, fenomeno di cui la Calabria non è esente, – ha sostenuto –  è il grande regalo che ognuno di noi fa a chi non vuole servire ma vuole solo servirsi. L’augurio che mi sento di farvi – ha concluso don Francesco –  e che voi possiate essere sempre coraggiosi. Il tempo che viviamo è talmente difficile che esige molto coraggio. Non perdete mai il coraggio, l’audacia. L’aurora può arrivare anche se la notte ci sembra tanta lunga. Io ci sono. Voglio essere il vescovo che combatte l’indifferenza. Troverete in me sempre dialogo e confronto”.

*Il Quotidiano del Sud