Omelie

Solennità della SS. Trinità


    SOLENNITÀ della  SS. TRINITÀ

Dt 4,32-34.39-40; Sal 32; Rm 8,14-17; Mt 28,16-20

30  Maggio  2021

Celebriamo oggi la Santissima Trinità, mistero di Dio che è Uno nella comunione di tre persone: il Padre, il Figlio, e lo Spirito Santo.

La Prima Lettura, tratta dal Libro del Deuteronomio, dice espressamente che Dio “è lassù nei cieli” ma anche “quaggiù sulla terra” (Dt 4,39). Pertanto, come sostiene Papa Francesco, “noi non crediamo in una entità lontana, no! In un’entità indifferente, no! Ma, al contrario, nell’Amore che ha creato l’universo e ha generato un popolo, si è fatto carne, è morto e risorto per noi, e come Spirito Santo tutto trasforma e porta a pienezza”.

L’apostolo Paolo, nella Seconda Lettura, afferma che lo Spirito Santo ci rende figli e per mezzo di Lui ci rivolgiamo a Dio gridando “Abbà, Padre” con la confidenza di un bambino che parla con il suo papà.

Il Signore Risorto promette di restare con i suoi discepoli per sempre, scrive l’evangelista Matteo. Grazie alla forza del suo Spirito, essi sono inviati ad annunciare a tutti il Vangelo.

E questo accade in Galilea dove i discepoli erano andati secondo quanto avevano riferito loro Maria di Magdala e l’altra Maria. Gli undici lasciano Gerusalemme per incontrare Gesù in Galilea, dove aveva avuto inizio la sua predicazione(cfr. Mt 4,12-17). La Galilea era una terra periferica, dai mille problemi sociali, abitata da ebrei e non-ebrei, terra cosmopolita. Quel gruppo di undici è “il piccolo gregge” disposto a rischiare la vita per fedeltà al Risorto. Gli Undici non hanno doti straordinarie, sono soltanto disponibili a svolgere la missione affidata loro da Gesù.

Appena vedono Gesù “si prostrarono”, però “dubitarono”. Gesù allora, si avvicina e dice: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.

La missione dei discepoli ha il suo fondamento nella Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il Padre e il Figlio hanno entrambi lo sguardo rivolto costantemente fuori di sé. Secondo quanto scrive Ignazio di Loyola negli Esercizi spirituali, la Trinità guarda il mondo, ne ha compassione, e in questo sguardo decide l’Incarnazione.

Il teologo Gaetano Piccolo afferma: “la Trinità è amore che eccede, che non può rimanere nella sterile contemplazione di se stesso, non è un amore che si compiace di sè, ma trasforma l’amore in bene per altri: la Trinità visita Abramo alle querce di Mamre e lo tira fuori dalla sua sterilità. L’amore trinitario è contagioso, sa ridare vigore ad altre relazioni bloccate”.

Nell’Amore Trinitario ciascuno ha una propria individualità pur rimanendo una cosa sola. Dio non è “banalmente amore”, è amore che concilia l’individualità e la comunità. È amore che genera. E noi, uomini e donne, creati a sua immagine, siamo chiamati ad amare in modo eccedente, ad annunciare il Vangelo di salvezza e a testimoniare la Carità in ogni circostanza.

Buona Domenica.