Omelie

X Domenica del Tempo Ordinario 10 Giugno 2018


X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO [SCARICA]

10 Giugno 2018

Dopo le grandi solennità legate alla Pasqua, con questa X Domenica del Tempo Ordinario, riprende la lettura continuata del Vangelo relativa ai circa tre anni che Gesù trascorse pubblicamente ad annunciare a tutti la bella notizia del Regno di Dio compiendo gesti terapeutici di liberazione dal maligno.

Nella casa in cui si trova, Gesù è assediato dalla folla che non lascia a Lui e ai Dodici neppure il tempo di mangiare. Su questa folla di curiosi e di persone pressate dal bisogno di guarigione, si leva la voce degli scribi che dicono: “Costui è posseduto da Beelzebul e scaccia i demoni per mezzo del capo dei demoni”.

Gesù risponde all’assurdità di queste accuse con parabole dicendo: “Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può restare in piedi”. In altri termini Gesù paradossalmente sostiene che se “Satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito”. E Gesù aggiunge una frase veramente “significativa”, su cui non si può non riflettere seriamente e responsabilmente: “Tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna”.

Infatti dicevano: “è posseduto da uno spirito impuro”.

“Bestemmiare contro lo Spirito significa ostinarsi a chiamare bene ciò che sappiamo essere male, e viceversa. Significa, in altri termini, negare ciò che la coscienza riconosce come giusto e vero. Chi persistesse in tale atteggiamento non potrebbe essere perdonato, non perché Dio non possa o non voglia farlo, ma perché l’uomo negherebbe anche la necessità e il desiderio di esserlo. Dio rispetta la libertà dell’uomo, e perciò non costringe nessuno ad accogliere i suoi doni” (mons. Roberto Brunelli).

Non riconoscere, allora, l’opera di Dio, non riconoscere l’azione dello Spirito Santo, fino a stravolgere lo sguardo e il giudizio, attribuendo il bene operato a Satana, è davvero il peccato imperdonabile, sostiene Gesù. E questo, non dimentichiamolo mai, è un peccato che spesso viene consumato dalle persone religiose, ancora oggi nella Chiesa!

Il passo del Vangelo di Marco si conclude con la notazione: “sua madre e i suoi fratelli, stando fuori, mandarono a chiamarlo”. Dicevano che Gesù era fuori di sé (exéste); in realtà, alcuni, compresi i suoi, restano fuori (éxo), dallo spazio di Gesù cui viene riferito: “ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle, stanno fuori e ti cercano”. Ma Egli non si muove verso di loro, resta al suo posto, e, volgendo lo sguardo “su quelli che erano seduti attorno a Lui”, dice: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio costui per me è fratello, sorella e madre». Con decisione e chiarezza Gesù dichiara di vivere legami che non nascono dalla carne o dal sangue, cioè dalla storia familiare, ma dal fare la volontà di Dio. “La prossimità a Gesù non è decisa dal vincolo parentale ma si basa sull’ascolto della Parola di Dio, sul realizzare la Sua volontà, sul vivere la fraternità nel vincolo dell’amore quale figli e figlie di un unico Padre: Dio” (E. Bianchi).

La dichiarazione di Gesù impone una domanda: chi è fuori e chi è dentro lo spazio di relazione e comunione con Lui?

Maria è sempre stata nello spazio di relazione con Suo Figlio in maniera originalissima perché non lo ha invaso ma si è fatta invadere dalla volontà di Dio e “per questo è stata per Gesù madre, degna di essere madre nella sua carne” (E. Bianchi).

I discepoli e le discepole di Gesù in ogni tempo conosceranno contrasti da parte della famiglia di appartenenza, conosceranno l’opposizione da parte delle autorità religiose, dovranno sempre interrogarsi sulla relazione-comunione con Gesù, sperimentabili solo nell’obbedienza alla volontà di Dio e nel tradurre in vita la sua Parola.

Un augurio di una bella Domenica nella quale siamo colmati dalla certezza di essere “parenti” di Gesù.

✠ Francesco Savino