Omelie

XX Domenica del Tempo Ordinario -A


 

 

Is 56, 1.6-7; Sal 66; Rm 11, 13-15.29-32; Mt 15, 21-28

 

20  Agosto  2023

 

La vita pubblica di Gesù si snoda tra controversie, insegnamenti alla folla e guarigioni. Gesù vive la sua giornata lasciandosi incontrare ora da alcuni, ora dalla folla e ora da persone singole. L’incontro di Gesù con una cananea, una donna di lingua greca e di origine siro-fenicia, di cui ci parla il Vangelo di questa Domenica, pone al nostro cuore pensante domande, dubbi, e anche qualche difficoltà a comprendere l’atteggiamento di Gesù che sappiamo essere compassionevole e misericordioso.

Sembra proprio strano il Vangelo di questa Domenica di estate! Un vangelo nel quale sono sovvertiti i soliti ruoli, negati almeno all’apparenza: un Gesù che non mostra compassione, i discepoli che si fanno intercessori, non sappiamo se per convinzione o per fastidio, e una pagana che “converte” Gesù.

Incredibile a dirsi!

Per comprendere e non fraintendere e non ridurre ad un equivoco l’incontro di Gesù con la cananea, è opportuno ricordare che i pagani, per entrare a far parte della comunità di quelli che credevano in Gesù, hanno veramente sperimentato difficoltà e  fatica.

Come giustamente osserva padre Fabrizio Cristarella, “Matteo, che pure ci tiene a che Gesù non varchi il confine di Israele (per Marco nel passo parallelo non è così! cfr Mc 7,24) e che mette sulle labbra di Gesù il comando esplicito ai suoi di “non andare dai pagani” (cfr Mt 10,5ss), pone qui una scena che ha per protagonista una pagana, una pagana che va da Lui. È  lei che ha sconfinato, è lei che si avvicina a Gesù e lo chiama con titoli di grande spessore: Signore Figlio di Davide! E Davide aveva dato pane a tutto il popolo (2 Sam 6,19) e Gesù ha appena fatto lo stesso (Mt 14, 13-21) … e il pane equivale alla vita…e quel pane dato da Gesù è stato sovrabbondante (le dodici ceste avanzate!) perché quando Dio dà la vita la dà in sovrabbondanza e nessuno rischia di restare senza… La donna sembra quasi sapere di questa sovrabbondanza quando parla del pane che cade dalla tavola dei figli”.

La cananea a Gesù, che sembra insensibile e non aperto a una possibilità nuova, ricorda quella “sovrabbondanza di pane” e Lui, che non si era affatto smosso né dagli appellativi teologici corretti della donna e neanche dalle sue urla di dolore, si lascia ora smuovere dalla umile notazione: il suo pane è tanto sovrabbondante che cade dalla tavola dei figli.

Gesù che non l’ha degnata di una parola, anzi le ha detto perfino parole scortesi paragonandola a un cagnolino, dinanzi alla donna che gli riconosce che ciò che ha detto è vero ma al tempo stesso gli ricorda proprio i doni che sono scaturiti dalla sua Parola, grazie al dire di questa donna, si apre a nuove prospettive per la sua missione.

“Il rifiuto e la freddezza di Gesù provenivano dalla convinzione che un’azione miracolosa fuori dal popolo di Israele non corrispondesse ai progetti del Padre; che il Padre l’aveva inviato ai figli di Israele; questo certo non escludeva che l’Evangelo dovesse poi raggiungere tutti gli uomini, come già i profeti avevano detto e  oggi abbiamo sentito, nella prima lettura, in un oracolo di Isaia proprio su questo tema,  ma Gesù sa che Lui deve predicare ad Israele, che è il Messia di Israele; poi l’Israele fedele farà giungere l’Evangelo ai confini della terra” (padre Fabrizio Cristarella).

Tra l’altro per Gesù “i gesti terapeutici”, i miracoli, devono essere leggibili e solo Israele aveva la chiave per leggerli, basti per esempio pensare alla risposta che Gesù dà agli inviati di Giovanni Battista che era stato preso dal dubbio sulla sua identità messianica.

La cananea, che non era ebrea, avrebbe potuto leggere il gesto miracoloso di Gesù non come un segno ma come un prodigio. Gesù è fuori da questa logica! La cananea, fidandosi di Gesù e con la sua intuizione straordinaria dell’abbondanza dei suoi doni, ha mostrato di saper leggere molto bene ciò che Gesù è e fa, e quindi si è posta in una condizione di speranza.

Gesù, nell’incontro con questa donna, e non dobbiamo avere paura di dirlo, si è fatto suo discepolo e ha veramente imparato da lei.

Lasciamoci anche noi “convertire” da questa visione dell’umanità senza sconti di Gesù e cerchiamo di essere, oggi più che mai, una chiesa dalle porte aperte a tutti, come ripetutamente ha detto Papa Francesco nei diversi incontri tenuti alla GMG di quest’anno.

E se dobbiamo lasciarci cambiare il cuore, la mente e lo sguardo sulla vita dalle persone che incontriamo, è anche vero che dobbiamo imparare da Gesù a non avere mai il cuore indurito, incapaci di cogliere nell’altro la verità che l’abita.

Buona Domenica.

   Francesco Savino

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