6 Settembre 2021

Campo estivo CittAttiviamo. Le animatrici raccontano l’esperienza appena conclusa.

Raccontare una esperienza vissuta appena è terminata, ha sempre dei vantaggi considerevoli ma porta con sé anche una certa dose di malinconia, quella stessa che si accompagna alla fine di una lettura avvincente, quando dopo un finale inaspettato e la quarta di copertina del libro chiusa, ci si sente svuotati e complici perché la nostra vita si è sovrapposta completamente a quella di personaggi poi non tanto casuali. Forse bisogna sentirsi proprio così dopo la fine di questo campo scuola “CittAttiviamo”, con tema la cittadinanza attiva, che si è svolto i primi quattro giorni di settembre 2021 nella meravigliosa cornice magnogreca di Crotone, terra di Pitagora e di Milone, mente e corpo di una bella Calabria, quella lenta, quella verde, quella contenta e gentile, ospitale e materna. Proprio questa Calabria qui, lontanissima da stereotipi e convenzioni, ha ospitato noi giovani Animatori di Comunità del Progetto Policoro, regalandoci quattro giorni di formazione in presenza e facendoci quasi dimenticare la fatica dell’incontrare l’altro attraverso uno schermo. Di questo “esserci di fatto” bisogna ringraziare soprattutto le ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) di Crotone, nella persona del presidente, Santino Mariano che insieme al nostro animatore Senior Danilo, ha reso possibile l’incontro con questo associazionismo genuino che molti di noi, ahimè, quasi disconoscevano. Per fermare le emozioni di questo “tetrafarmaco”, vorremmo parlare attraverso quattro tra le immagini più significative.
– Un vissuto così umano, da essere Vangelo.
Passione, dedizione, cura, testimonianza, alcuni ingredienti della ricetta dell’animare suggerita già da Papa Francesco in occasione dei primi 25 anni del Progetto Policoro e ripresi da Don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e del lavoro, ci hanno dato il benvenuto a questo campo-azione nel giardino dell’Hotel Casa Rossa. Sentirsi immediatamente parte di un unicum non è sempre scontato in una epoca spesso autoreferenziale ed individualista: ha detto bene don Bruno è tempo di costruire sui pilastri della comunità che sono la condivisione; la fraternità, la gratuità e la sostenibilità. L’eccesso di dosi di queste materie prime non può produrre che sovradosaggi di amore e ne abbiamo, adesso, tanto tanto bisogno. Con amore bisogna “stare nelle comunità” come ha proseguito il Vice Presidente Nazionale delle ACLI Antonio Russo con un interessantissimo focus sul lavoro che ha fornito gli strumenti per una comprensione puntuale sulla cittadinanza attiva e compiuta, non dimenticando il discernimento da quella inattiva, parassitaria e pericolosa. Il primo bellissimo quadro di questa giornata si è concluso con le pennellate entusiasmanti di Gianluca Punzo, Archeologo e storico dello sport, un docente che questa terra dovrebbe adottare (e forse lo ha già fatto) per la sua straordinaria cultura, la sua ironia e la sua esperienza educativa. Attraverso di lui abbiamo scoperto un ponte tra l’antico e il moderno saldato sullo sport e sul rispetto della diversità: si è cittadini attivi quando la più piccola ingiustizia perpetrata ai danni dell’altro, pesa quanto l’averla vissuta sulla nostra pelle. Altrimenti “birra e Homer Simpson sul divano”. Il secondo step del nostro viaggio è stato la visita al Museo Parco Pitagora con Santo Vazzano presidente del Consorzio di Cooperative Sociali “Jobel”, un esempio concreto di accoglienza e dignità, quella che non è possibile negare a nessuno e che si accolga e che si riscatti. Il terzo step ha supportato il peso dell’intero viaggio. “Amara terra mia” cantava Modugno e quanto possa essere amara e violenta la Calabria ce lo ha raccontato Raffaella Conci, presentandoci la cooperativa Terre Joniche ed il progetto Libera Terra. Uno spazio vitale sorto su un terreno confiscato alla ‘Ndrangheta, una esistenza che fa rumore e si staglia dal verde sconfinato di campi LIBERI. A memoria della giornata e della nostra visita, abbiamo piantato un albero dedicandolo al piccolo Gianluca Canonico morto ammazzato l’8 luglio del 1985, un errore criminale della mafia calabrese che ha divelto le radici e i sogni di un nostro conterraneo, il cui ricordo rifiorirà per sempre, con la primavera.
Il terzo step è stato un incontro col passato, la visita al museo Archeologico nazionale di Crotone, con la guida del suo direttore, Gregorio Aversa e ancora la visita al Santuario di Santa Maria di Capo Colonna. Grazie a Don Bernardino per averci ricordato che Maria è la madre adorata, l’abbraccio del tramonto che i nostri occhi hanno saggiato in una controra di fine estate.
Ed infine, l’ultimo passo. L’incontro-testimonianza conclusivo di 4 giorni densi di sorrisi, sguardi, intimità ritrovate e presenze risentite: Loris Rossetto, Pino De Lucia, Aldo Pirillo, esempi di cittadinanza attiva e sviluppo di comunità sociale. Sapere di queste buone pratiche rende questa terra meno amara e ci sprona ad emulare una bellezza che è riscatto ed inclusione, attenzione e cura.
Poi… il tempo dei saluti, dell’esitazione di una stretta, mascherine e gel, il segno di una normalità quasi ritrovata, l’esaltazione della condivisione, il coraggio della scoperta. Arrivederci a tutti e buon cammino.

Ines Raisa Fortuna​to e Federica Martignani
Animatrici di comunità