3 Settembre 2023

A S.E.Rev.ma Mons. Francesco Savino il “Premio nazionale don Uva”

“Per aver istituito una vera e propria clinica, del corpo e dello spirito, orientata verso i più sofferenti. Per la sua intensa opera ministeriale, prima, ed episcopale, in seguito. Sempre impegnato nel sociale e nella carità tendendo la mano ai fratelli sofferenti e bisognevoli di cure sia nel corpo che nello spirito sull’esempio del Venerabile don Pasquale Uva. Per essere fautore, attraverso l’impegno, dell’affermazione di una cultura dell’accoglienza e della solidarietà tramite il dialogo interreligioso ponendosi come costruttore di pace e solidarietà tra i popoli. Per essere vescovo di frontiera al servizio della Chiesa di Dio”.
Con questa motivazione, l’AD di Universo Salute Paolo Telesforo, ha consegnato al Vescovo della Diocesi di Cassano All’Jonio e vice presidente della CEI, S.E.Rev.ma Mons. Francesco Savino il “Premio nazionale don Uva”, dedicato al Venerabile sacerdote di origine biscegliese per celebrare la sua importante missione a beneficio degli “ultimi”, ai quali ha dedicato tutta la sua vita, realizzando grandi opere.
Un piazzale gremito quello del Tempio di San Giuseppe di Bisceglie che ha accolto con applausi scroscianti il Vescovo di Cassano All’Jonio.
Il Vescovo di Cassano e Vice Presidente della CEI riferendosi a don Uva ha detto: “Chi prova a fare le ragioni di Dio, le ragioni degli ultimi, va sempre incontro a delle difficoltà enormi. Come spesso succede, soltanto dopo queste ragioni vengono comprese e ciò perché, molto spesso, noi facciamo si che certe persone vengano martirizzate e poi vengano ritenuti santi. Per questo, per me, don Pasquale Uva è un Santo “ad interim” e sono convinto che diventerà, quanto prima, Beato e Santo perché sentiamo già da sempre, in mezzo a noi e dentro di noi, la sua santità.
Entrando nel vivo della motivazione che ha scaturito la consegna del premio don Uva Mons. Savino ha esordito: “Chi tocca gli ammalati, tocca la carne viva di Cristo. Il premio lo dedico a tutti i diversamente abili mentali, a tutte le donne che subiscono lo stupro collettivo, come è accaduto a Palermo e Caivano, solo per citare gli ultimi casi in ordine temporale e, infine, e non per ultimo, lo dedico alle famiglie dei 5 operai, travolti e uccisi, dal treno a Brandizzo e dico “Mai più la morte sul lavoro!”
“Il mediterraneo” dice Mons. Savino “è un cimitero liquido. Bisogna stare attenti a rendere il fenomeno immigratorio il capro espiatorio sociale di tutti i nostri problemi. Bisogna cercare di capire che su questi eventi di accoglienza si gioca la Democrazia europea e italiana.
Sono preoccupato” continua ancora Mons. Savino “prima come cittadino e poi come pastore, perché non vorrei che le nostre democrazie si convertissero in oclocrazie di cui il populismo è un segnale molto preoccupante oppure che diventassero autocrazie”.
“Dobbiamo stare attenti perché ci sono molti segni su cui, in maniera corresponsabile, dobbiamo aprire una riflessione. Il tema del premio Don Uva è la civiltà della persona. Tutti questi fenomeni ci fanno capire che dobbiamo scrivere, oggi, un nuovo umanesimo e non si può fare se non partendo dalla “Caritas Christi urget nos” (che è anche il motto episcopale di Mons. Savino ndr). “Che cos’è la Caritas? Cos’è la carità?” dice il Vescovo di Cassano e Vicepresidente della CEI “Questo motto è preso dalla seconda lettera scritta dall’apostolo Paolo ai cristiani di Corinto. Cosa significa che la Carità, che l’Amore urge? Che non soltanto è urgente, ma la Carità deve costituire il nostro codice culturale, spirituale. Soltanto l’amore può aiutarci a scrivere un nuovo umanesimo in un tempo complicato come quello che stiamo vivendo, nel quale mi permetto di dire che si riscontra un segnale inquietante che è l’indifferenza. Se ci fosse stato don Pasquale Uva avrebbe, sicuramente, detto: “Reagite all’indifferenza come segno negativo del nostro tempo”.

Caterina La Banca

Direttore UCS