16 Dicembre 2023

Ritiro di avvento degli uffici di curia e pastorali

Il Vescovo della diocesi di Cassano All’Jonio e Vice Presidente della CEI, S. E. Rev.ma Mons. Francesco Savino ha guidato il ritiro d’Avvento degli uffici di curia e pastorali che si è tenuto presso il Seminario diocesano “Giovanni Paolo I”. Gli uffici pastorali traggono la loro forza dal volontariato, infatti, la maggior parte, tra direttore e componenti, sono laici e volontari che hanno deciso di rispondere “Eccomi” al discernimento del Vescovo e mettersi a disposizione della Chiesa.
Dopo un importante e toccante momento di Adorazione, silenzioso e personale alternato alla preghiera dei Vespri, tenuto nella Cappella, alla presenza di Gesù Eucaristia, vivo e presente in mezzo a noi, nell’aula multimediale Mons. Savino ha voluto condividere con i convenuti alcuni spunti di riflessione che è partita dalla Favola raccontata da Tolstoj nella raccolta “La confessione”, la stessa è stata apripista dell’importante meditazione sulla democrazia condivisa con le donne e gli uomini impegnati nelle istituzioni e nel mondo della politica.
“Vi voglio porre due domande” ha detto il Presule “una personale ed esistenziale ed una comunitaria”. La prima riguarda il: “Come state? Come va la tua vita? Non nasconderti dietro le giustificazioni? Sei in trappola e non riesci a trovare una soluzione d’uscita? (riferendosi alla favola di Tolstoj) e bisogna pensare anche se pensare alla propria vita fa male. Infatti la differenza tra l’uomo e l’animale sta proprio qui, sul pensiero. L’animale: mangia, beve, digerisce e sta bene, l’uomo, invece, mangia, beve, digerisce, pensa e sta male. Questo perché? Siamo sottoposti ad una società che, sempre più, ci sta addomesticando e drogando il pensiero.
La più grande perla a cui possiamo attingere è la saggezza dell’oracolo delfico. Conosci te stesso?
Prima della morte, che è inevitabilmente, la fase della vita che toccherà ad ognuno di noi e alla quale non possiamo sottrarci dobbiamo guardandoci alle spalle e sperare di non aver sprecato la vita. Fratelli miei” afferma, ancora, Mons. Savino: “Il vero inferno è capire di aver sprecato la vita”.
Tornando al punto di partenza iniziale, al comprendere se davvero vale la pena di vivere una vita in trappola? Mons. Savino afferma che bisogna saper rispondere a quattro domande, che corrispondono alla quadruplice relazione che si viviamo: il rapporto con noi stessi (cuore, affettività, emozioni, sentimenti, non sappiamo più amare, pensieri, il rapporto con gli altri, il rapporto con Dio e il rapporto con le cose. Sulle ultime due si apre un mare magnum di questioni. Perché al rapporto con Dio, sicuramente, fa riferimento la preghiera che è come il respiro. Se non preghiamo è come se non respirassimo più. Ed è per mezzo della preghiera che riusciamo a riconoscere Dio che è presente e non è mai scontato. Nel rapporto con le cose, invece, si rischia di cadere nel possesso perché, volontariamente o involontariamente, queste, ci riempiono il cuore.
“Non può esserci Avvento” sottolinea convintamente il Vescovo Savino “se non si parte da come state? Per questo vi prego entrate dentro di voi, specchiatevi e cercate di capire come state”.
La seconda domanda che vi pongo, invece, è di carattere collettivo, su come va l’esperienza degli uffici pastorali della diocesi? Bisogna partire dalla consapevolezza che si sta offrendo un “Ministerium” cioè un servizio. Da questo si può riassumere il Sinodo che la Chiesa sta vivendo e che si fonda su tre pilastri: comunione, partecipazione e missione.
Altro concetto, importante, che ha sottolineato Mons. Savino è quello del discernimento. I padri del deserto sostenevano che un uomo può passare il suo tempo portando la scure e non riuscire ad abbattere un albero. Un altro uomo, invece, con pochi colpi, messi a punto, riesce a tagliare l’albero. La scure rappresenta il Discernimento, per questo bisogna avere il coraggio di mettere mano alla scure e tagliare ciò che non và. Per fare questo tre sono gli strumenti fondamentali di cui bisogna avvalersi: la Parola di Dio, riconoscere i segni nella nostra vita e il dialogo e il confronto. Facendo riferimento alla lettera consegnata per l’Avvento Mons. Savino parte dall’immagine del Navigatore che ci conduce e per ognuna delle quattro settimane ha posto in essere un verbo. Dettagliando il primo verbo che è “Vegliare”, il Presule chiede a tutti di stare attenti, aprire gli occhi ed osservare in profondità, non perdere nessun dettaglio di ciò che accade essendo capaci di responsabilità, perché, la prima responsabilità è nei confronti di noi stessi.
In conclusione, il Vescovo della diocesi di Cassano ha riassunto il suo augurio per questo Natale in tre parole:
1. Natale di fiducia: non c’è più fiducia nei rapporti umani, viviamo il tempo del sospetto. Bisogna recuperare la fiducia perché non c’è fede se non c’è fiducia.
2. Natale di coraggio: mettiamo fuori il coraggio, osiamo. La chiesa ha bisogno di cristiani coraggiosi. Il silenzio è complice della disonestà.
3. Natale di ottimismo: tutti profeti di sventura, il cristiano deve essere ottimista perché solo così può farsi portatore del messaggio di speranza agli altri.

Caterina La Banca 
Direttore UCS