19 Dicembre 2023

Intervento di Mons. Savino ad un incontro organizzato dal locale Centro Studi “Giorgio La Pira”, sulla testimonianza del Beato Pino Puglisi,

“Don Pino Puglisi, parroco di Brancaccio, ha cambiato la mia vita di uomo e di presule, imponendomi di interrogarmi, di fermarmi a pensare e ripensare il mio stile pastorale”. È quanto ha affermato mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano All’Jonio e vice presidente della Cei, intervenendo ad un incontro con gli studenti, organizzato dal locale Centro Studi “Giorgio La Pira”, sulla testimonianza del Beato Pino Puglisi, tenutosi presso l’aula magna, dell’Istituto Superiore Comprensivo “Erodoto di Thurii”, della città delle terme. Don Puglisi – ha evidenziato mons Savino -, ci insegna che l’amore per Dio libera i nostri carismi e purifica i nostri progetti, rendendoli disegno di qualcosa di unico ed irripetibile per cui si è disposti, con non troppa sorpresa, a rendervi grazie con la propria vita. Ci insegna – ha proseguito -, che la cultura è un’arma potente, la più potente, quella che fa crescere i fiori in mezzo al cemento, come l’opera “Padre Nostro”, sognata e voluta da don Pino come segno di una Chiesa in uscita e proiettata dentro le periferie umane ed esistenziali. La sua morte – ha aggiunto -, non è stata un sacrificio ma un omaggio all’umanità vicina e lontana da Cristo, non un fatto di cronaca ma una profezia che oggi ci chiede di riadottare il suo metodo pastorale: rivendicare il suo amore per i più piccoli ed il suo coraggio consapevole nella lotta alle ingiustizie. Il suo ricordo resta un apostolato di promozione sociale ma, ancor prima, di amore verso la gente, l’undicesimo comandamento da osservare: l’essere figli insieme, non da soli, perché siamo tutti chiamati ad essere figli e tutti mandati ad essere fratelli. Dopo i saluti della dirigente, Anna Liporace, ha fatto seguito l’intervento di Giuseppe Lumia, già Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, il quale ha richiamato l’attenzione dei ragazzi sul fatto che l’impegno di don Pino Puglisi, è un amore liberante. “Ho conosciuto don Pino – ha ricordato -, quando noi giovani dirigenti della Fuci della diocesi di Palermo dovemmo individuare il nostro nuovo assistente spirituale. Tenevamo moltissimo alla nostra laicità, autonomia e responsabilità. Avevamo bisogno pertanto non di un prete protagonista, ma di un sacerdote autentico, in grado di aiutarci in un profondo cammino di fede. Bastò poco per convincerci che padre Puglisi era la persona adatta. Lui si dichiarò subito disponibile e la scelta non poté essere migliore. Sono venuto a Cassano, con il bisogno di vivere con i ragazzi, a trent’anni dalla sua morte, una storia che ha raggiunto milioni di giovani e continua a seminare idee e progettualità. Ci mancano moltissimo il suo sorriso, la sua consapevolezza culturale, la sua attività educativa, la sua fede e il suo impegno per la liberazione dalle mafie. Nello stesso tempo dobbiamo avere la certezza interiore, sociale e politica che la sua ispirazione produce cambiamento: basta accoglierla. Nonostante le difficoltà del contesto sociale, in cui ha operato, padre Pino era riuscito a far crescere una sana generazione libera culturalmente dal pensare e agire mafioso.