
Quella di venerdì 21 marzo, è stata, senza dubbio, una di quelle giornate che lasciano un segno nel cuore di tutti. Il nostro Vescovo, S.E. Rev.ma Mons. Francesco Savino, nonché Vice presidente della CEI, ha presieduto, per il secondo anno consecutivo, la Via Crucis inclusiva, coordinata dagli uffici diocesani della Pastorale per le Persone con Disabilità e della Pastorale Giovanile e Vocazionale, diretti rispettivamente dal diacono don Vincenzo Stivala e da don Nicola Mobilio e dalle loro équipes. La Via Crucis, che ha avuto inizio da Piazza Fanfani, nei pressi della Stazione Ferroviaria di Amendolara Marina, ha attraversato la strada principale del paese, giungendo sul sagrato della Parrocchia “Madonna della Salute” per concludere con un momento di catechesi del Presule all’interno della Chiesa stessa. Sin dalla preghiera introduttiva, Mons. Savino ha ribadito l’importanza che tale momento riveste per l’intera comunità diocesana: una Via Crucis, ovvero il meditare i misteri della passione di Cristo, non può essere vissuta solo da coloro i quali frequentano abitualmente la parrocchia, ma per essere davvero inclusiva e non escludere nessuno, deve necessariamente avere come protagonisti proprio coloro che nella loro carne vivono e manifestano pienamente il partecipare ai dolori e alle sofferenze di Gesù. Chiare e dirette le parole del Vescovo: “A voi, genitori, sento il bisogno di dire grazie, perché per me siete il Vangelo vivente, fatto storia, fatto carne, concretezza; voi vivete realmente il Vangelo. Grazie alle associazioni che fanno dei vostri figli il centro delle loro preoccupazioni: a voi che ci mettete la faccia, che state dalla parte degli ultimi, dico ancora grazie. Grazie all’Ufficio Disabilità, alla Pastorale Giovanile e Vocazionale e a tutte le comunità che fanno dei diversamente abili la loro passione. Vorrei ricordare a noi cristiani che il cristianesimo nasce da una pietra scartata, divenuta pietra d’angolo, su cui si costruisce la vera Chiesa. Chi tocca un ammalato, un emarginato, scappiatelo: tocca Gesù. Due sono le strade: I care, oppure l’indifferenza, che significa uccidere l’altro con la non curanza. Che questa Via Crucis cambi il nostro sguardo sulla vita. Chiediamo al Signore la conversione del cuore, della mente e dello sguardo e comprendiamo che è il mondo della fragilità a dover convertire noi”. Di questo momento, vissuto con fede e gratitudine, resterà indelebile il gesto conclusivo del Vescovo, il quale, dopo averci ricordato che Cristo è presente realmente nella carne di questi nostri fratelli diversamente abili, li ha abbracciati uno per uno, coinvolgendo in questo stesso abbraccio tutti noi fedeli, affinché tutti possiamo diventare inclusivi, come il cuore di Cristo.
Nunzio Bartolini
Responsabile Comunicazione
Parrocchia “Madonna della Salute” – Amendolara (CS)