23 Marzo 2020

Il Vescovo durante la messa in streaming: “Chiediamo a Dio di non scoraggiarci”

Sintesi Omelia Lunedì 23 Marzo 2020 [LEGGI]

«La parola di Dio di oggi, ancora una volta, apre il cuore alla speranza, alla gioia, alla fiducia a noi che stiamo vivendo questi giorni, così sospesi, a causa del coronavirus. Incoraggiante e consolante la profezia di Isaia, che vive in mezzo al popolo e con il popolo, con le sue angosce e le sue difficoltà.» Così il Vescovo Francesco Savino stamani nell’omelia pronunciata durante la messa celebrata in streaming sul gruppo Facebook della Diocesi. 

«Isaia – ha detto Savino – che, abita le piaghe del popolo di Israele, e vive dentro le pieghe della storia del suo popolo, non si lascia scoraggiare. Ripeto ciò che abbiamo già ascoltato: “Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato… Non si udiranno più voci di pianto, grida di angoscia. Non ci sarà più un bimbo che viva solo pochi giorni, né un vecchio che dei suoi giorni non giunga alla pienezza”. Il profeta prevede un allungamento della vita delle persone. “Il più giovane morirà a cento anni e chi non raggiunge i cento anni sarà considerato maledetto”. Una visione profetica, bella e positiva.» 

«Il profeta – continua Savino – ha uno sguardo “altro” sulla realtà della storia. Ecco chiedo a tutti, oggi, di chiedere al Signore, al Dio che ci ha fatto conoscere Gesù, di non scoraggiarci, di non abbatterci, di saper guardare oltre le voci, le grida che arrivano da Bergamo, da Brescia, da Cremona, da Piacenza…, da tutte le regioni compresa la nostra amata Calabria. È veramente angosciante, la sera, ascoltare la conferenza stampa della protezione civile: è un bollettino di guerra! Non vi nascondo che da qualche giorno cerco di selezionare le notizie attraverso un esercizio sapienziale, un ascolto critico. Chiediamo al Signore di lasciarci abbracciare dalle parole del profeta Isaia: fa che non si odano più voci di pianto!» 

«La conclusione del profeta – ha poi aggiunto il presule – ci fa capire come sono importanti le risposte ai bisogni che tutti hanno. “Fabbricheranno case e le abiteranno, pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto”. Tutti abbiamo bisogno di una casa per vivere con dignità la nostra vita. Tutti abbiamo bisogno del cibo necessario! Anche il Vangelo ci apre alla fiducia, alla speranza e alla gioia nonostante tutto. Bellissimo l’incontro di Gesù con il funzionario del re, il cui figlio ha bisogno di essere guarito.»

«Mettiamoci nei panni dei genitori. Ricordo – ha detto mons. Savino – le parole di mia madre che affermava che non avrebbe mai sopportato il dolore causato dalla morte di un figlio. Il dolore della morte di un figlio è irrazionale e irragionevole! Il funzionario dice a Gesù di guarire suo figlio perché sta male. Gesù prima di accogliere la sua richiesta fa un affermazione molto dura: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”. Anche noi, in questo tempo del coronavirus, vogliamo sempre un Dio che intervenga, che faccia miracoli, prodigi, un Dio “tappabuchi”. Un Dio che deve sempre e comunque intervenire per liberarci da ogni situazione di male. 
Il funzionario del Re insiste dicendogli: “Signore, scendi prima che il bambino muoia”. Gesù gli risponde: “Va’, tuo figlio vive”. Gesù lo tranquillizza, lo rassicura.  L’evangelista Giovanni annota che quell’uomo credette alla parola di Gesù e si mise in cammino. In questo momento chiedo a voi tutti di dire a Gesù: Noi ci fidiamo di te! Noi ti consegniamo le nostre preoccupazioni, la nostra rabbia, il nostro dolore, il nostro isolamento, ti consegniamo la nostra vita. Lui sicuramente – ha continuato il pastore della chiesa cassanese – ci sta dicendo di stare tranquilli. Di fidarci e affidarci alle sue parole, le stesse dette al funzionario.» 

«I servi vanno incontro al funzionario e gli dicono: Tuo figlio vive! E il funzionario si rende conto della coincidenza cronologica tra la guarigione del figlio e le parole di Gesù. Il Vangelo di oggi ci dà forza, serenità nel cuore. Io di Gesù mi fido. Di Gesù mi fido sempre – ha, quindi, concluso il vescovo – e sono convinto che non ci abbandona alle forze del male. La realtà ultima è la Gioia, la liberazione! Sono veramente contento di iniziare questa settimana con le parole del profeta Isaia e con l’incontro di Gesù con il funzionario. Durante questa giornata lasciamoci sostenere dalle parole del profeta Isaia e di Gesù. Sono parole di vita e non di morte…»