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L’umiltà di imparare


di S. E. Mons. Francesco Savino
Vescovo Diocesi Cassano all’Jonio

“La prima grande lezione che ci viene dalla pandemia della SARS-2 è che abbiamo bisogno tutti – politici, scienziati, uomini d’affari, persone comuni – di un grande bagno di umiltà. Troppo a lungo si è coltivata l’illusione che le nuove tecnologie convergenti potessero assicurarci uno sviluppo lineare, senza limiti seri di sorta. Sarebbe bastato aspettare. Si consideri, ad esempio, le promesse del progetto transumanista, incardinato presso l’University of Singularity in California, di arrivare entro il 2050, a portare la durata della vita umana fino a 120 anni – secondo una dichiarazione recente del prof. Kurzweil. Nel pieno e convinto riconoscimento del fondamentale ruolo della scienza, occorre ammettere che la scienza è altrettanto erratica quanto le altre pratiche umane. I miti sono sempre pericolosi, quale che sia l’ambito in cui prendono forma. Si continui pure ad investire sull’intelligenza artificiale, senza però dimenticare l’intelligenza dell’umiltà” (Stefano Zamagni, Factum e Faciendum).

In questo lunghissimo tempo di riflessione, vuoto solo all’apparenza, mi sono soffermato spesso, a ritagliare il significato delle parole più semplici, abbandonandomi allo stupore della loro complessità. Ho compreso quanto sia difficile, confinare ad una definizione etimologica, il senso composito del valore che le parole assumono, in un abito accuratamente contestualizzato. Così, ho rispolverato l’intimità di significanti, adoperandomi nella meraviglia. Tra queste meraviglie, ho scorto l’umiltà, rileggendo dei passi importanti del Diario di Etty Hillesum. [CONTINUA A LGGERE]