25 Dicembre 2015

NATALE DEL SIGNORE 2015 OMELIA MESSA DEL GIORNO

NATALE DEL SIGNORE 2015 [SCARICA]

Messa del giorno

“Fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana”: è straordinariamente bella la preghiera di Colletta con la quale siamo introdotti alla Celebrazione Eucaristica di questo giorno santissimo del Natale!

Ci viene indicato il senso  del Natale: Dio ha voluto assumere la nostra natura umana perché noi possiamo condividere la sua vita divina!

All’incarnazione di Dio  corrisponde la “divinizzazione” dell’uomo!

Ad Atanasio di Alessandria, uno dei Padri della Chiesa, era ben chiaro il significato del Natale quando scriveva “Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventi Dio”.

Ciò che Adamo ed Eva, sedotti  dall’inganno del serpente, tentarono di “rubare” nel giardino dell’Eden, “il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male” per “essere come Dio”, Dio lo elargisce gratuitamente ad ogni uomo e ad ogni donna: “Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventi Dio”! Dio ci vuole come LUI!

Eppure, il dono  impareggiabile di Dio non sembra essere gradito e apprezzato, anzi non è neppure compreso!

Abbiamo ascoltato nel Prologo del Vangelo secondo Giovanni , testo bellissimo e molto intenso: “…eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto”!

Sembra una nota stonata delle nenie assopenti dei natali pubblicitari, che ci desiderano improvvisamente “tutti più buoni”, ripetendoci la cantilena: “a Natale puoi, quello che non puoi fare mai”!

Eppure, oggi, ancora una volta, ci viene ripetuto che il dono offertoci è davvero impensabile e straordinario. “Accogliere” il Verbo di Dio nella nostra carne umana, ci dà il “potere di diventare figli di Dio”!

Enzo Bianchi, Priore della Comunità di Bose, dice che la grande tradizione della chiesa ha meditato e trasmesso le tre nascite o vedute del Signore. La prima  quella dell’incarnazione, è un accadimento che si compie nell’umiltà; Gesù  nasce da Maria nella campagna di Betlemme, non avendo trovato i suoi un alloggio nel caravanserraglio. Di questa nascita non si accorgono né i potenti né gli uomini del culto e della legge ma soltanto  i pastori, i “fuorilegge” e impuri,  riconoscono l’evento, il bambino “deposto nella mangiatoia”.  Questa venuta nella storia autorizza la lettura di due ulteriori venute-nascite  del Signore.

La venuta del Signore nella gloria alla fine dei tempi: Colui che è venuto nell’umiltà della carne fragile e mortale degli umani verrà con un corpo spirituale, glorioso, vincitore della morte e di ogni male. Questa è la parusia, la manifestazione di Gesù quale Signore di  tutta la creazione.

Di tale venuta, purtroppo, si fa sempre meno cenno e la predicazione sull’argomento spesso è muta. Eppure ciò è decisivo per la fede: se Cristo non viene nella Gloria quale giudice e instauratore del Regno, allora vana è la nostra fede.

Il Natale, inoltre, è l’occasione per consentire la terza nascita di Gesù: la venuta in noi. Questa nascita, se accettiamo, accade ogni giorno, accade qui ed ora, in questo preciso momento. Il cristiano sa che il suo corpo è chiamato ad essere dimora di Dio, il suo tempio santo.

Anzi, senza l’ accoglienza della nascita di Gesù in ciascuno di noi, non c’è compimento del Natale. Pregnante e forte è l’affermazione di Angelo Silesio, mistico del XVII secolo: “Nascesse mille volte Gesù a Betlemme, se non nasce in te …. tutto è inutile”.

Perciò, “oggi” viene ri-data a ciascuno la possibilità di accoglierlo per essere ri-generato!

Mentre celebriamo nella liturgia la memoria della nascita di Gesù,  a ciascuno viene chiesto di nascere di nuovo!

C’è un’umanità nuova che oggi attende di nascere …  La nuova umanità – quella dei “figli di Dio” – è quella che sa coniugare il verbo proprio del Natale:  “ACCOGLIERE”!

Chi dobbiamo accogliere?

Partiamo da noi stessi: ciascuno accolga se stesso nella consapevolezza della propria umanità segnata dal limite del peccato e della morte.

Accogliere se stessi significa affermare con grande serenità: sono un povero, un grande peccatore!

Accogliere Dio, il Suo Vangelo, il Suo Corpo “spezzato e offerto per noi”. Dirgli con grande serietà: ho bisogno di Te, da solo non ce la posso fare!

Accogliere ogni uomo e ogni donna nella propria unicità! Essere consapevoli che anche gli altri, come noi, hanno limiti, difetti, ma anche molti pregi, tanti doni che a noi mancano, tanti, tantissimi talenti! E saper dire ad ogni fratello e ad ogni sorella le stesse parole che rivolgiamo a Dio: ho bisogno di Te, da solo non ce la posso fare!

Donaci, Signore, di saperti accogliere nel dono che siamo e nel dono che è ciascuno dei nostri fratelli!

Aiutaci a capire che questa è la strada della nostra “divinizzazione”, perché, facendoti uomo, Tu hai assunto  la carne di ogni uomo e di ogni donna. Quindi, nel volto di ciascuno, c’è un riflesso di quel Volto che “nessuno ha mai visto” e che il “Figlio Unigenito, che è nel seno del Padre, ha rivelato”!

Un augurio a tutti di un Natale di “reciproca accoglienza!”

+ don Francesco Savino