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Anno 2017 Un orizzonte nuovo per abitare il tempo video messaggio


 ANNO 2017

Un orizzonte nuovo per abitare il tempo [SCARICA]

Che accadrebbe se un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: “Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e ogni sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione […] L’eterna clessidra del tempo viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello di polvere!” Non ti rovesceresti a terra digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? (Friedrich Wilhem Nietzsche, La gaia scienza). Questo passo del filosofo Nietzsche porta alla luce il senso profondo e decisivo del sottosuolo della cultura contemporanea.

Il tempo, la vita, quello che, con una parola greca, chiamiamo krònos, è solo eterno ritorno dell’uguale.

L’uomo di oggi vive come imprigionato all’interno della clessidra dell’esistenza di cui egli è solo un granello di polvere! E vive senza averne consapevolezza, in un contesto generale che molti sociologi e filosofi definiscono Nichilismo, come eterno ritorno dell’uguale che, viene dal nulla, si mantiene provvisoriamente nel tempo e ritorna nel nulla!

Le guerre, la violenza, la volontà di potenza della tecno-scienza sono forme del nichilismo perché attraverso di esse appare l’eterno ritorno del nulla.

Il senso del passato, del presente e del futuro sembrano sgretolarsi attorno a questa imperante “verità” declamata dai maestri del sospetto di fine Ottocento: Tutto è nulla ed è destinato al nulla. Anche la nostra esistenza!

Ma davanti a questa provocazione del pensiero contemporaneo e alla pretesa dei suoi epigoni, noi discepoli di Gesù, in questo momento storico non possiamo rimanere indifferenti.

Questo anno 2017 che si apre è per noi, come ogni anno che vede la luce, tempo di Grazia e di Verità. Come ci dice il Vangelo di Giovanni: la Grazia e la Verità vennero per mezzo di Gesù Cristo (Gv 1,17).

È tempo opportuno, kairòs, di rifondare la nostra vita, il nostro modo di pensare e di agire sulla Verità Eterna che è Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio, l’uomo-Dio: Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre (Eb 13,8).

È la Verità la grande assente della nostra epoca! Come attesta l’Oxford Dictionary, che ha dichiarato post-verità, parola dell’anno 2016, siamo nell’epoca della diffidenza per le opinioni diffuse e della credulità per bugie condivise dai siti a noi cari (cf. Gianni Riotta, La Stampa, 17/11/2016).

Non solo la politica è permeata dalla post-verità ma la post-verità permea anche ogni azione e pensiero umano sia reale che virtuale.

Anzi sembra che le due categorie di reale e virtuale si sovrappongano inevitabilmente; potremmo modificare l’adagio hegeliano ciò che è reale è razionale e viceversa con quello post-veritativo ciò che è reale è virtuale e viceversa.

Siamo in presenza di una contraddizione logica posta a fondamento della convivenza umana contemporanea.

Il Logos giovanneo, invece, il Logos dell’Amore che come ci insegna il prologo del Vangelo di Giovanni viene nel mondo (cf. Gv 1,9), apre per noi cristiani una sfida senza misura: su quale fondamento il mondo contemporaneo ha decretato la fine della Verità e di ogni etica fondata sulla Verità? Come si può pensare di vivere ponendo a sistema la menzogna che costruisce mondi possibili e società prive di futuro?

Nel tempo cronologico, krònos, si fa largo per noi cristiani, uno spazio senza tempo, la parusia del Signore, la presenza del Cristo escatologico che ci spinge ad un compito che non si esaurisce mai: la denuncia! Il verbo greco che traduciamo con denunciare è il verbo katangèllein che ritroviamo nella I lettera di S. Paolo ai Corinzi: Ogni volta che mangiate questo pane, denunciate la morte del Signore (1 Cor 11,17-34).

È l’Eucaristia che celebriamo costantemente nelle nostre comunità cristiane ad essere l’atto di denuncia più forte che possiamo manifestare dinanzi a Dio e agli uomini.

Con essa denunciamo che Dio stesso in Gesù Cristo è stato ucciso dalla brutalità e dall’iniquità umana e che sta sempre dalla parte delle vittime innocenti di ogni epoca.

Denunciare significa far sapere a tutti che la follia del mondo in cui viviamo è si presente ma è destinata a tramontare.

È sempre S. Paolo a decretarne l’uscita di scena: Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; […] quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo! (Cf. 1 Cor 7, 29-31).

Il cristiano è quindi come il siparista teatrale del grande spettacolo che è la vita; può aprire e chiudere il sipario del mondo, accendere e spegnere le luci dell’esistenza.

Quale grande responsabilità attende noi cristiani in questo mondo! Voi siete il sale della Terra, voi siete la luce del mondo (cf. Mt 5,13-16).

Auguro all’inizio di questo nuovo anno, che tutti cresciamo in questo compito così importante che è Memoria della propria identità, sempre da cercare e rifondare in Cristo e Profezia di rinnovamento e conversione all’intelligenza divina che attende l’uomo di sempre. Voi siete dei! (Gv 10, 31-42): questa è la coscienza profonda che siamo destinati a portare alla luce in ogni angolo della Terra.

Buon anno a tutti!

                                     Francesco Savino