Omelie

SANTISSIMA TRINITA’ 22 maggio 2016


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22 maggio 2016

Con la  Pentecoste abbiamo celebrato il compimento del Tempo di Pasqua durante il quale abbiamo fatto nella liturgia, che è vita, esperienza della Resurrezione di Cristo.

Oggi celebriamo il mistero della Tri-Unità di Dio: siamo chiamati a contemplare la manifestazione di Dio che non vive nella sua solitudine apatica e indifferente, ma  che è comunità ed armonie di persone diverse e distinte.

Diceva Davide Maria Turoldo che “Sbagliarsi su Dio è un dramma, è la cosa peggiore che possa capitarci perché poi ci sbagliamo sul mondo, sulla storia, sull’uomo, su noi stessi. Sbagliamo la vita”. Un’idea errata di Dio spesso è causa di ateismo.  Nella Gaudium et Spes leggiamo, infatti, che “nella genesi dell’ateismo possono contribuire non poco i credenti, nella misura in cui, per aver trascurato di educare la loro fede, o per una presentazione ingannevole della dottrina, o anche per i difetti della propria vita religiosa, morale e sociale, si deve dire piuttosto che nascondono e non manifestano il genuino volto di Dio e della religione” (n.19). Mai come in questo momento della storia, connotato da fondamentalismi che generano identità religiose escludenti e violente,   è urgente rivedere l’idea di Dio.

Il teologo Karl Rahner afferma che “la Trinità economica”, cioè Dio come si è manifestato nella storia della salvezza, soprattutto nella rivelazione di suo Figlio Gesù (Dio per noi, Dio con noi), “è la Trinità immanente”, cioè Dio com’è in se stesso, nell’intimità del suo essere.

La liturgia della Parola di questa Domenica, più che a soffermarci su speculazioni astratte riguardanti il mistero  dell’Essere di Dio, ci invita a contemplare il mistero trinitario.  L’umana ragione, infatti, non potrà mai afferrare  tale mistero che sempre ci trascende.

E’ noto il racconto che Sant’Agostino fa del suo incontro sulla spiaggia con un fanciullo che scavava una buca per poter riversare dentro tutta l’acqua del mare. Impossibile evidentemente!

Soltanto se ci abbandoniamo a “contemplare” il mistero di Dio, ne possiamo essere sedotti, conquistati e travolti!

Che stupore suscitano le parole dell’apostolo Paolo che, rivolto alla comunità di Roma, afferma: “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”!

Dio è amore! Un amore che crea, che ricrea, che perdona, che dona sempre oltre ogni possibilità di ogni logica umana. Il nome di Dio è Misericordia! Gesù è la Misericordia fatta incontro, relazione.

Rimaniamo estasiati da ciò che Gesù dice nel “Discorso di Addio”: “Lo Spirito della Verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future”. E ancora: “Lo Spirito mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà”. In  mirabile sintesi, nel Vangelo oggi proclamato, Gesù ai suoi discepoli e a noi parla della comunione di vita tra Padre, Figlio e Spirito Santo!

Come Dio è Tri-Unità, comunità di amore di tre Persone diverse, anche noi, io, tu, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, siamo chiamati a vivere “relazioni armoniche”. La vita d’essere umano non si realizza vivendo come monadi asfittiche e asfissianti,  autocentrate e autoreferenziali, ma nell’apertura all’altro,  che è ricchezza e risorsa e non “presunto antagonista” della mia vita.

Al termine di una giornata puoi anche non aver mai pensato a Dio, mai pronunciato il suo nome. Ma se hai creato legami, se hai procurato gioia a qualcuno, se hai portato il tuo mattone di comunione, tu hai fatto la più bella professione di fede nella Trinità. Il vero ateo è chi non lavora a creare legami, comunione, accoglienza. Chi diffonde gelo attorno a sé. Chi non entra nella danza delle relazioni non è ancora entrato in Dio, il Dio che è Trinità… (E. M. Ronchi)

Per ogni credente e per ogni comunità cristiana, la Santa Trinità diventa compito e missione, parametro di verifica e di profezia: verifica per il nostro modo di pensare e di vivere; profezia, per anticipare  qui ed ora la “comunione senza fine” che sperimenteremo, come pienezza, nell’incontro definitivo con Dio, dopo la morte.

Viviamo questa domenica come tempo opportuno perché la Santissima Trinità ci liberi da ogni egoismo e individualismo e attivi  processi di conversione alla comunione.

  Francesco Savino