Omelie

Veglia  di  Pasqua  2021


Gen 1,1 – 2,2; Sal 103; Gen 22, 1-18; Mc 16,1-7

3  Aprile  2021

La Pasqua del Signore segna l’evento più determinante dell’intera storia umana. Le parole sono incapaci di parlare del “passaggio” di Gesù dalla morte alla vita, dalla umiliazione alla vittoria, dalla tomba al regno. É il rinnovamento dell’universo, decaduto e contaminato fin dall’origine, che è riconciliato con il suo creatore e riceve la promessa della gloria futura.

È anche la definitiva liberazione per ciascuno di noi.

“Passato il Sabato, Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono olii aromatici per andare ad ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano fra loro: «chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?»”.

“Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”. È una domanda sulla morte che è un fatto, una realtà. C’è sempre un masso fra noi e chi muore. L’uomo ha sempre cercato di comprendere la morte e, non riuscendo, l’ha esorcizzata se non addirittura censurata. La Parola di Dio parla di un dominio incontrastato della morte, prima di Gesù Cristo: la morte ha regnato (Rm 5, 14), dice San Paolo.

Nella nostra fraintesa libertà, aggiungiamo spesso annientamento per noi stessi e per gli altri. La morte viene aiutata a “regnare” con droghe, armi, guerre, malavita, irresponsabilità sociali e perfino nel governo di intere nazioni. Tutti i filosofismi e tutte le ideologie si infrangono contro la morte. La morte è dunque un accadimento, che non è inesorabile, ma è vinta da un altro accadimento definitivo che diventa esperienza: la resurrezione.

In questa Veglia di Pasqua celebriamo la certezza che squarcia la notte dell’esistenza: Gesù è risorto, la morte è stata detronizzata. Le stesse donne che, a giusta ragione, si domandavano chi avrebbe mai potuto srotolare il masso dal sepolcro, “alzando lo sguardo”, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. “Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito di una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove lo avevano posto»”.

Gesù Cristo è risorto! Veramente! È vivo, non andiamo a cercarlo tra i grandi personaggi dei libri di storia. Dio l’ha resuscitato perché sia manifesto che l’amore è più forte della morte, che la vita non è perduta. A recarsi alla tomba del Maestro sono quelle donne che fanno l’esperienza dell’amore di Gesù che ha riscattato le loro esistenze.

Mai come in questo momento di incertezze e di paure dovute a tante cause contingenti tra cui la pandemia che non cessa, l’invito di Gesù risorto alle donne “non abbiate paura” è rivolto a noi e ci incoraggia, se crediamo anche noi che Egli è risorto e ci consente di oltrepassare la morte.

Il Vangelo di Marco, nella parte conclusiva, dice che Gesù, il Risorto, ci precede in Galilea, là lo vedremo: il mondo, con tutte le sue contraddizioni, è il luogo dove possiamo incontrare il Risorto e vivere da risorti con Lui.

L’augurio che formulo a tutti lo ricavo da una lauda Paschalis:

Oggi il gemere di ogni silenzio e di ogni voce

è fatto canto grande di bellezza:

anche all’inferno fioriscono le viole

Che il Risorto faccia fiorire il nostro cuore inaridito.

Buona Pasqua a tutti!

 

                                                                       ✠   Francesco Savino