Omelie

Veglia di Pasqua 2024


Veglia  di  Pasqua  2024

Gen 1,1 – 2,2; Sal 103; Gen 22, 1-18; Mc 16,1-7

 

30  Marzo  2024

 

“Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”

Anche le donne si preoccupano e dubitano. Si chiedono gli rotolerà il pesante macigno. È l’eterno interrogativo che da sempre l’uomo si è posto dinanzi al dramma della morte! Anche le donne, amate e riconosciute nella loro dignità da Gesù, si pongono la domanda in quel famoso sabato della storia. Quanto dura questo sabato!

La Pasqua, diceva don Tonino Bello, è la festa dei macigni rotolati: “Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benchè fosse molto grande”.

All’impotenza radicale degli uomini e delle donne di fronte alla morte ecco il grande dono, il più grande dono, sconvolgente e stupefacente: Dio, il Padre, libera dalla morte suo Figlio, il cui amore eccedente e senza condizioni, non poteva rimanere prigioniero della morte. È l’amore, quello vero e autentico, che vince ogni impossibilità, vince la stessa morte generando la possibilità concreta della speranza.

La Resurrezione è l’accadimento che cambia la storia, la creazione, la vita. Cosa sarebbe il cristianesimo se dimenticassimo che Cristo è Risorto? Chi sarebbe la Chiesa se trascurassimo lo Spirito vivificante al suo interno? Che sarebbe la vita del mondo, della storia, dei miliardi di uomini e donne, se Cristo non fosse il Vivente in mezzo a noi? Che sarebbe anche la nostra esistenza, l’esistenza dell’intero universo e di tutto il creato se prescindessimo da Cristo Risorto? Il cristianesimo? Una morale, niente più: una teoria tra le tante! La chiesa? Una organizzazione non governativa. Una delle tante società del Terzo Settore. La vita del mondo e di tutti gli uomini e le donne? Un caos! Una strada cieca! L’universo e il creato? Un campionario di assurdità e una folle corsa verso il nulla!

“Ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini” (1Cor 15, 17-19).

Saremmo tutti dei condannati a morte.

La Pasqua, allora, è il fondamento di ogni speranza, è la certezza che non possiamo cedere al pessimismo, o al catastrofismo, o al fatalismo o alla banalità di una vita vuota e senza senso. Le delusioni, le amarezze, le paure, il dolore e ogni forma di negatività sono soltanto realtà penultime, mai definitive. Hanno sempre una collocazione provvisoria! Sono sempre in affitto e mai proprietà della nostra vita! Chi incontra il Risorto diventa  “trasgressivo”, cioè capace di andare oltre, perché guarda alla vita, alla storia e a tutti i suoi accadimenti, con lo sguardo e la prospettiva della resurrezione.

Innerviamo ogni giorno nelle vene della storia, personale e comunitaria, il movimento d’amore senza fine della Pasqua, certi che Lui, il Risorto, “è in ogni scelta per un più grande amore, è nella fame di pace, negli abbracci degli amanti, nel grido vittorioso del bambino che nasce, nell’ultimo respiro del morente” (G. Vannucci).

Questo è l’augurio più bello: Il movimento dell’amore della Pasqua ci faccia rotolare via i massi della delusione e della sfiducia, della disperazione e del vuoto, ci apra ad una vita di senso e di bellezza e nella “Galilea” della nostra esistenza ci faccia essere testimoni credibili di quella possibilità sempre possibile che si chiama Speranza, che ha nel Risorto la sua ragione più vera.

“Fratelli, vegliamo, perché fino a questa notte, Cristo è rimasto nella tomba. In questa notte, è sopravvenuta la risurrezione della sua carne.
Sulla croce, essa è stata esposta agli scherni ; oggi, è adorata dai cieli e dalla terra. Questa notte fa parte fin d’ora della nostra domenica.
Occorreva che Cristo risuscitasse di notte, perché la sua risurrezione ha illuminato le nostre tenebre… Come la nostra fede, rinsaldata dalla risurrezione di Cristo, caccia ogni sonno, così questa notte, illuminata dalle nostre veglie, si riempie di luce. Essa ci fa sperare, insieme con la Chiesa sparsa su tutta la terra, di non essere sorpresi nella notte (Mt 13, 33)”
(Sant’Agostino, Discorsi per la Notte Santa).

Buona Pasqua a tutti!

     Francesco Savino