Solennità del SS. Crocifisso

Solennità del SS. Crocifisso
04-03-2022

Nm 21, 4b-9; Sal 77; Fil 2, 6-11; Gv 3, 13-17

Venerdì  4  Marzo  2022

 

Ci ritroviamo in Cattedrale il primo Venerdì di Quaresima perché, nella contemplazione del Crocifisso, rinsaldiamo tutti l’appartenenza alla stessa comunità cassanese.

Saluto tutti, Autorità civili e militari, il signor Sindaco, gli appartenenti all’Associazione del Crocifisso, quanti ci seguono attraverso i canali digitali e televisivi, gli anziani e gli ammalati.

La storia dell’uomo e la storia di Dio si intrecciano nella Croce di Gesù. Una storia essenzialmente di amore! Il mistero del Figlio di Dio crocifisso e morto per risorgere dopo tre giorni è incomprensibile: possiamo soltanto accostarci in ginocchio, nella preghiera, attraverso le lacrime.

Sono le lacrime del carcerato, di chi è tradito, di chi ha subito violenza, di chi sperimenta il fallimento, di chi non sa trovare il senso della vita, di chi ha venduto il proprio corpo, dell’ammalato grave, di chi sta per morire.

Sono poche le lacrime di gioia!

Nessuno sceglie di versare lacrime di dolore.

Eppure Gesù ci invita a seguirlo rinnegando se stessi e prendendo la Croce. Non ci assicura scorciatoie di benessere o tranquillità, ma ci assicura che non saremo soli, che Lui è con noi. Ci promette che non ci lascerà inchiodati alla morte.

Abbiamo ascoltato nel Vangelo poc’anzi proclamato: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna».

Colui che era disceso dal cielo, risale per l’unica via, quella della dismisura dell’amore. Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio.

Nel Crocifisso si sintetizza la gratuità del dono di amore che è il fondamento della nostra fede. La buona notizia del Cristianesimo è paradossalmente la storia di una passione: la passione e la morte del Figlio di Dio. Il Cristo sofferente dà ristoro e forza a chi è oppresso dal patire: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico è leggero” (Mt 11, 28-30).

Se il Vangelo si fermasse alla croce sarebbe una delle tante interruzioni ingiuste della storia, dove un innocente subisce la violenza del mondo. Ma l’eccedenza di amore di Gesù è stata proprio la Sua vittoria sulla morte.

Nella Seconda Lettura, San Paolo ai Filippesi dice: “Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.

Carissimi fratelli e sorelle, la festa del Crocifisso ci richiama a lasciarci coinvolgere dall’amore incondizionato di Gesù Crocifisso per rendergli testimonianza dove Lui ci chiama.

Questa sera pregherò perché nessuno di noi si lasci deviare dai facili giudizi e pregiudizi, dai chiacchiericci e dalle parole inutili per vivere nel rispetto delle diversità. Cerchiamo di essere una comunità solidale che cura e serve i più fragili.

Un appello particolare, in questo tempo pandemico che ci auguriamo sia nella fase conclusiva, lo rivolgo ai giovani, che sono l’“adesso” di Dio, i veri protagonisti del nostro territorio, perché, lontani da ogni cedimento all’alcool e alle sostanze stupefacenti, siano capaci di autonomia e responsabilità.

Il Cristo Crocifisso possa convertire i nostri cuori e attivare processi di fraternità.

Buona festa a tutti.

✠   Francesco Savino

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