Nm 21, 4b-9; Sal 77; Fil 2, 6-11; Gv 3, 13-17

Festa del Crocifisso

07-03-2025

Lasciamoci ancora una volta, quest’anno, come ogni primo venerdì del mese di marzo, interrogare dalla “Festa del Crocifisso”, ponendoci in atteggiamento di contemplazione che possa generare in tutti noi un vero cambiamento, reale e concreto.

Parafrasando il grande filosofo Emmanuel Kant: “La croce senza la resurrezione è cieca: la resurrezione senza la croce è vuota”.

La Croce e la Pasqua vanno tenute insieme perché sono le due facce dell’unico evento. Una parola che non può non stupirci ma direi, al tempo stesso, non può non graffiare le nostre coscienze oggi troppo assuefatte all’indifferenza e alla negazione dell’altro: Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito! È questo il cuore ardente del cristianesimo, la sintesi della fede: “Noi non siamo cristiani perché amiamo Dio. Siamo cristiani perché crediamo che Dio ci ama” (L. Xardel).

La salvezza sta proprio in questo: è Lui che mi ama, non che io amo Lui.

L’unica e vera grande eresia è l’indifferenza, perfetto contrario dell’amore, che porta alla morte del prossimo.

“Dio non ha mandato il Figlio per condan­nare il mondo, ma perché il mondo sia sal­vato per mezzo di Lui. Mondo salvato, non condannato. Ogni vol­ta che temiamo condanne, per noi stessi per le ombre che ci portiamo dietro, siamo pa­gani, non abbiamo capito niente della cro­ce. Ogni volta invece che siamo noi a lan­ciare condanne, ritorniamo pagani, scivo­liamo fuori, via dalla storia di Dio” (cfr. Ermes Ronchi).

Salvare vuol dire conservare e niente andrà perduto: nessun gesto di amore, nessun volto, direi anche tutto ciò che di fragile può esserci stato o può esserci ancora, viene “salvato”. È l’amore che salva e che libera ogni persona! Non il potere, la ricchezza, la presunzione di essere i più belli a tal punto che seduciamo tutti! La scuola della croce ci dice che amare non è una semplice emozione ma dare, donare.

Ed è proprio bello pensare che Cassano, che fa memoria che diventa memoriale qui ed ora del Crocifisso, è stata amata in modo tutto particolare a tal punto che si è pensato addirittura ad un voto.

Nel Crocifisso nulla va perduto, anzi, chi crede, abbandonandosi a Lui, ha la vita eterna.

Il Crocifisso ci dice, oggi e sempre, che il male non ha mai l’ultima parola e che è il Risorto a vincere sempre.

La speranza che ci anima nel credere a questa vittoria sul male non è un’attesa vana, non un sogno destinato a svanire nel turbine degli affari quotidiani. Il Crocifisso per noi rappresenta non solo la salvezza ma anche l’impegno, la resistenza, la costanza e la perseveranza.

Il Crocifisso ci chiama ad essere luce, testimoni di quell’amore che salva e di quella speranza che consola. È la fatica del bene il prezzo della speranza ma anche la gioia più grande perché nel donarci sperimentiamo la vittoria della vita sulla morte.

Il tempo che viviamo, con le sue incertezze e le sue fatiche, potrebbe spingerci nello sconforto ma sappiate che anche la notte più buia e profonda ha il suo chiarore d’alba. La nostra terra ha visto giorni di splendore ed altri di dolore, ha conosciuto tanto la gioia della fecondità quanto le ferite della desolazione.

Cassano è una terra intrisa di storie di speranza che ha radici forti e mani laboriose, Cassano non può e non deve arrendersi al male che sembra prendere il sopravvento, all’ombra della rassegnazione che pure si insinua nei nostri cuori. Bisogna continuare a mettere in atto gesti umili e nascosti come il lavoro silenzioso di un genitore che educa, di un insegnante che istruisce, di un artigiano che plasma, di un giovane che sogna, che osa e di un credente che ama e che prega.

Non lasciamoci ingannare, la speranza non si costruisce con grandi proclami ma con la fedeltà al mondo delle piccole cose. Ecco, allora, da dove dovremmo ripartire, dalla consapevolezza che ciascuno di noi ha un ruolo, una responsabilità. Quanto sono preziose ma delicate le responsabilità! Per questo dobbiamo tornare a guardare la nostra Cassano con occhi di speranza, a camminare per le sue strade non come degli spettatori rassegnati ma come quei figli che l’amano e che vogliono prendersene cura. Ogni nostro gesto, ogni nostra scelta, può diventare un seme di resurrezione, un segno di quell’amore che ci rende davvero comunità, davvero famiglia. Cassano non è solo fatta di case e piazze, Cassano è fatta di volti e storie che si intrecciano, di mani che si stringono e si accarezzano. Per questo, ricordate sempre, che il fatalismo è il più bell’inganno del nostro tempo, la trappola d’oro che spegne sogni ed aspirazioni. Non abbiamo futuro, come comunità, se ci chiudiamo nel lamento e nell’attesa passiva; chiediamoci piuttosto come possiamo essere una comunità più viva ed operosa? Come possiamo combattere ciò che deturpa la nostra terra, come possiamo costruire bellezza?

Se posso rispondere a queste domande è perché vi ho lungamente osservato ed ascoltato in questi anni e allora vi dico che il primo passo è quello di vivere la comunità con impegno e con… responsabilità. Essere comunità vuol dire sentirsi responsabile dell’altro. Non dobbiamo guardare con distacco i problemi della nostra cittadina ma sentirli come nostri e agire con spirito di servizio e cioè partecipare attivamente alla vita sociale. Lì dove vi è disinteresse, vi è degrado. Bisogna sostenere chi è in difficoltà e questo è un compito non solo della politica ma anche di ciascuno e ciascuna di noi. Non voltatevi dall’altra parte della povertà, della solitudine e del bisogno. Una comunità cresce solo se nessuno è lasciato indietro. Denunciate il male senza paura! Non cadiamo nella sudditanza verso quei poteri oscuri che corrompono ed inquinano e distruggono la dignità della nostra gente. La malavita non è invincibile, la ‘ndrangheta non è invincibile; essa prospera solo dove c’è silenzio, la paura, dove noi abbassiamo lo sguardo. Ma noi, noi siamo popolo di Dio e Dio ci ha fatti liberi da ogni catena, non schiavi dell’omertà.

Denunciate il male senza paura! Lo ripeto! E sostenete chi si batte per la giustizia, senza lasciarlo solo. Nelle vostre case, educate alla legalità, insegnate ai giovani che la vita più facile non è sempre la vita più giusta. Sostenete una economia pulita, premiate il lavoro delle persone oneste, di quelle che rispettano la dignità delle persone.

Ricordate sempre che Cassano è terra di luce e di memoria. Qui il tempo ha intrecciato storie antiche e nuove, ha scolpito nelle pietre la fede del nostro popolo, nelle strade ha intessuto il calore di una comunità che sa ancora stringersi in un abbraccio. Ce lo dicono le chiese, questa Cattedrale, i vicoli che custodiscono il profumo di intere generazioni che l’hanno amata, ce lo dicono le campagne che parlano la lingua della fatica e della perseveranza. Cassano è un dono, una preziosa eredità che non possiamo lasciare nell’abbandono.

Ripartiamo da qui! Ripartiamo dalla bellezza come forma di resistenza. Restauriamo i nostri monumenti, ridiamo vita ai vicoli, agli spazi di incontro affinchè siano luogo di dialogo, porte sante in cui passi il fermento di idee, di arte e di rinascita culturale.

Una città rinasce davvero quando la sua gente si sente parte di un’unica anima, di un destino condiviso per cui ciascuno ha qualcosa da donare e qualcosa da ricevere.

Per fare tutto questo dobbiamo iniziare a seminare futuro. Diamo ai nostri giovani strumenti per costruire, occasioni per tornare, diamogli tutto quello che trovano altrove, diamoglielo qui. Investiamo nel sociale, nell’educazione, nella concretezza della solidarietà. Diamo lavoro con dignità e diamo dignità al lavoro, sosteniamo le famiglie, tendiamo la mano ed il cuore ma anche solo l’ascolto a chi vive situazioni di difficoltà. La giustizia vera si costruisce giorno per giorno così come la bellezza. Facciamo del bene comune il nostro unico compito. Non lasciamo che a guidarci sia la paura, non lasciamo che l’ultima parola sia del male, non facciamoci soffocare dalla rassegnazione, illuminiamo le nostre strade con il coraggio perché il futuro appartiene a chi non si piega a chi crede davvero che l’amore possa cambiare il mondo.

Io sono con voi.

Con voi nel lottare, nel pregare, nel sognare un domani più luminoso per la nostra Cassano. E il Signore Gesù che per riscattare ogni uomo ha portato il peso della croce, sarà il nostro sostegno, il nostro trionfo.

Ecco, il Crocifisso segno di dolore e di gloria, ci ricorda che l’ultima parola non è la morte ma la Vita, la Resurrezione, l’Amore che vince su tutte le cose. Il Crocifisso è l’abbraccio di Dio alla nostra umanità ferita, è un amore che non conosce resa. Quelle braccia che sembrano distese perché inchiodate, sono invece spalancate per l’accoglienza; in quelle ferite sul costato che sanguina, c’è la nostra guarigione e in questo sacrificio la certezza della possibilità di rinascere.

Dalla croce, da questa nostra Croce, nasce oggi una nuova vita.

Cassano non è sola: Cristo ha già vinto per noi.

 

   Francesco Savino

condividi su