25 Agosto 1978- 25 Agosto 2025, 47 anni di sacerdozio.

24-08-2025

Un sì che si rinnova, una vita che si offre.

Preghiera.

Signore Gesù, Amore eterno e Pastore della vita,
oggi il mio cuore si prostra innanzi a Te, colmo di stupore e di gratitudine.
Quarantasette anni fa posasti la Tua mano sulla mia vita fragile e, come un vasaio,
mi plasmasti con la grazia del sacerdozio.
Da allora, nulla è stato mio, tutto è stato Tuo, tutto è stato dono.

Grazie, Signore, per la fede che non mi hai fatto meritare,
ma che hai deposto come un seme nella mia terra arida:
essa ha germogliato nei giorni di luce
e ha resistito nelle notti di prova,
quando solo la Tua voce silenziosa mi sorreggeva.

Grazie per la mia famiglia, primo santuario di amore:
per la cara mamma Rosa e il papà Pasquale,
che con la loro semplicità e la loro sapienza mi hanno insegnato
a riconoscere nella vita il riflesso della Tua bontà.
Grazie per le mie sorelle, Carmela, Tina e Dora, compagne di cuore e custodi di
affetto,
per i miei cognati, i nipoti e i pronipoti che sono segno luminoso di speranza,
e che mi ricordano, con la freschezza delle nuove generazioni,
che l’amore non muore, ma si rinnova come sorgente viva.

Grazie per i miei confratelli che, come compagni di viaggio,
hanno condiviso con me pane e sudore, gioie e croci.
Grazie per il popolo santo di Dio, volti amati e molteplici,
che mi ha insegnato a pregare con lacrime e canti,
a servire senza attendere ritorno,
a scoprire in ogni volto la Tua presenza nascosta.

E grazie, o Cristo, per i poveri e gli emarginati,
che hanno inciso nel mio cuore la loro verità silenziosa:
con la loro nudità mi hanno rivelato la Tua ricchezza,
con la loro sete mi hanno insegnato la Tua misericordia,
con la loro croce hanno reso più limpida la mia vocazione.
Essi sono stati i miei maestri più puri,
mi hanno donato la vita con la loro testimonianza,
mi hanno mostrato che il Vangelo si scrive con le lacrime,
ma si legge sempre alla luce dell’amore.

O Cristo, Sposo della Chiesa e custode dei miei giorni,
ricevi oggi il mio “sì” rinnovato, povero ma totale:
accoglilo come si accoglie un fiore che trema al vento,
ma profuma ancora della Tua primavera.
Fa’ che i miei passi restino sempre pellegrini verso di Te,
che il mio cuore non si stanchi di ardere,
che le mie mani sappiano ancora benedire,
che il mio sguardo continui a cercare il cielo
e ad abbracciare la terra.

E quando il cammino si compirà,
e le mie labbra non avranno più voce per cantare,
fa’ che il mio ultimo respiro sia ancora un grazie:
per Te, per la Chiesa, per i poveri che mi hanno evangelizzato,
per la vita donata e ricevuta,
perché tutto, o Signore, è grazia e tutto è Amore.

Amen.

 Francesco, Vescovo.

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