Celebriamo oggi, con Maria, il nostro destino, il fine per cui siamo nati: la Risurrezione. Non siamo nati per la morte, siamo nati per la vita eterna, il tempo senza fine! Siamo consapevoli che lo specifico del cristianesimo è la speranza della Risurrezione, la certezza che la morte non ha l’ultima parola sulla vita degli uomini e delle donne e della creazione intera.
Quanta fatica, però, facciamo a riconoscere questa verità, ad aderire a questa realtà, di cui ogni Eucaristia che celebriamo è memoriale. Si impone oggi ancora una volta la domanda di senso: crediamo davvero nella vita eterna che ci attende dopo la nostra morte?
La festa dell’Assunzione della Vergine Maria, del suo esodo da questo mondo al Padre si colloca proprio al cuore di questa domanda. La Chiesa nel suo discernimento dinamico e progressivo fin dai primi secoli ha proclamato la convinzione che in Maria, Madre del Risorto, la donna che aveva acconsentito il “mirabile scambio” tra Dio e l’uomo, era anticipata la meta che attende ogni essere umano: l’Assunzione di tutto ciò che è umano, di ogni essere umano nella vita di Dio per sempre. “Dio tutto in tutti” (1 Cor 15, 28)! Maria, è questa la nostra consapevolezza di fede, è terra del cielo, è primizia e immagine della Chiesa santa dei cieli! Credere in questo significa ascoltare e meditare in profondità quanto il Vangelo ci dice. Opportunamente dichiara Enzo Bianchi: “L’incontro tra Elisabetta e Maria, celebrato da quest’ultima con il canto del Magnificat. È un testo dalle inesauribili profondità che, letto oggi, ci dice una cosa semplicissima e fondamentale: la vita eterna per ciascuno di noi comincia qui e ora, a misura della nostra capacità di amare ed essere amati, un amore che manifesta la verità della nostra fede e della nostra speranza.
Dopo l’annuncio dell’incarnazione ricevuto dall’angelo, a cui aveva risposto: «Eccomi, sono la serva del Signore, si compia in me la sua Parola» (cfr. Lc 1,38), senza alcun indugio Maria, che già porta nel suo grembo Gesù, si reca presso la cugina Elisabetta; essa è animata dal desiderio di essere vicina a una donna sterile eppure incinta per opera della misericordia di Dio, cui nulla è impossibile (cfr. Lc 1,37; Gen 18,14). L’amore della giovane vergine di Nazareth riempie di Spirito Santo, cioè di amore, l’anziana Elisabetta, la quale riconosce prontamente nella fede di Maria l’origine di tale circolazione d’amore: «Beata colei che ha creduto che le parole del Signore si compiono!»”.
Maria intona il Magnificat alla acclamazione di Elisabetta e legge nel suo oggi le meraviglie operate da Dio in Lei, le grandi opere riassunte nel frammento della sua esistenza, aprendosi al non-ancora di quella pienezza che ci sarà solo nel Regno di Dio. Maria riconosce lo sguardo di amore di Dio su di lei: “Dio ha guardato l’umiltà, la piccolezza della sua serva”, con quell’amore che chiede soltanto di essere accolto. “Sì, la fede di Maria e il suo amore, un amore che si fa agire concreto per gli altri perché concretamente è stato sperimentato su di sé, dicono meglio di tante parole la sua capacità di vita piena, quella vita che non può esaurirsi qui sulla terra. Questo farsi carne dell’amore di Dio e questo ingresso di ogni carne nello spazio di Dio è quanto dovremmo ricordare cantando ogni sera il Magnificat. Questo dovremmo vivere e sperare ogni giorno, per noi e per tutti” (Enzo Bianchi).
Viviamo con gioia questa giornata di festa in compagnia di Maria che ci fa abitare la terra come Lei, aprendoci a quella bellezza senza fine che il compimento del Regno di Dio ci donerà.
Invochiamo la Vergine con la preghiera di San Bernardo citata nel Canto XXXIII del Paradiso di Dante Alighieri:
Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ‘ mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
Buona festa dell’Assunzione.