“Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei”. Omelia V domenica di Quaresima

“Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei”. Omelia V domenica di Quaresima
12-03-2016

V DOMENICA DI QUARESIMA [SCARICA]

13 marzo 2016

La Pasqua è ormai vicina: siamo alla V Domenica di Quaresima che precede quella della Passione di nostro Signore Gesù Cristo, la così detta Domenica delle Palme, che ci introduce nella Settimana Santa durante la quale contempleremo il mistero della nostra salvezza, Gesù che patisce, muore e risorge per ridare senso al tutto della storia e del mondo.

E’ ancora la Misericordia di Dio narrata da Gesù Cristo in mezzo agli uomini che fa da protagonista interpellandoci responsabilmente. Per dirla con Papa Francesco: “Dio perdona non con un decreto ma con una carezza”. E con la Misericordia “Gesù va anche oltre la legge e perdona accarezzando le ferite dei nostri peccati”.

Le letture di oggi ci parlano dell’adulterio, che insieme alla bestemmia e all’idolatria, era considerato un peccato gravissimo nella Legge di Mosè, punito con la pena di morte per lapidazione.

L’adulterio è peccato perché nega nella realtà l’immagine della fedeltà di Dio di cui il matrimonio è simbolo, richiamo forte al rapporto autenticamente fedele di Dio con il suo popolo. Dice ancora Papa Francesco: “Quando si rovina il matrimonio con l’adulterio si sporca questo rapporto tra Dio e il popolo”. E’ qui la vera ragione del peccato grave perché con l’adulterio si sporca proprio il simbolo della relazione fra Dio e il Popolo, cioè della fedeltà di Dio.

Nel brano evangelico si racconta che all’alba Gesù si reca al Tempio di Gerusalemme e il popolo accorre a Lui per ascoltare il suo insegnamento. Ricordiamo che la gente era meravigliata e affascinata dal modo di parlare di Gesù che esprimeva una profonda coerenza tra parola e comportamento. Si avvicinano a Lui alcuni scribi e farisei, ancora loro i quali non accettando che Gesù è venuto per salvare i peccatori, non riescono a comprendere il fatto che egli accolga i peccatori e mangi con loro. Per questo “gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè nella Legge ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?” Sul piano della Legge il ricorso è formalmente corretto (cfr. Lv 20,10; Dt 22,22-24), ma purtroppo il loro cuore non soltanto è abitato dall’odio, ma è anche motivato da intenzioni cattive: vogliono “tentare” Gesù, metterlo alla prova cercando di trovare in Lui una contraddizione plateale, oggettiva rispetto alla legge di Dio, per poterlo condannare. E’ la ricerca paranoica di uomini potenti e perbenisti che vogliono trovare in Lui un qualsiasi motivo per ucciderlo. Attendono, direi con ansia, una risposta, ma Gesù ancora una volta si rivela un Maestro dalla grande pedagogia. Egli “si mise a scrivere con il dito per terra” finché, data la loro insistenza, disse: “chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei”.

Ed è qui la grande provocazione di Gesù rivolta anche a noi oggi: c’è qualcuno che è senza peccato? chi può dire di essere senza peccato? Forse siamo abili, direi furbi, a nascondere i nostri peccati (pubbliche virtù vizi privati!). Il peccato di questa donna noto a tutti, per Gesù è occasione per farci prendere atto che il segno manifesto della nostra condizione umana è di peccatori, bisognosi sempre e comunque della Misericordia di Dio. Solo Gesù, essendo senza peccato (cfr. 2Cor 5,21; Eb 4,15; 1Gv 3,5), poteva scagliare una pietra, ma non lo fa. L’evangelista Giovanni, con sottile ironia, nota che tutti se ne andarono, uno per uno, cominciando dai più anziani. Papa Francesco commenta che costoro “nella banca del cielo avevano un bel conto corrente contro di loro!” Gesù rimane solo con la donna: “rimasero solo loro due: la misera e la misericordia” commenta con una  intelligenza sapiente sant’ Agostino.

Ed ecco la conclusione stupenda del racconto: “Alzatosi, Gesù le disse: “donna dove sono? Nessuno ti ha condannata?” Essa rispose: “Nessuno Signore”. E Gesù: “Neanch’io ti condanno; va ed ora in poi non peccare più”. Scrive Enzo Bianchi: “Chiamato a scegliere fra la Legge e la Misericordia, Gesù sceglie la Misericordia senza mettersi contro la legge, perché sa distinguere il peccato dal peccatore. La legge è essenziale quale istanza in grado di indicare il peccato; ma, una volta infranta la legge, di fronte al peccatore, deve regnare la Misericordia! Nessuna condanna, solo Misericordia: qui sta l’unicità di Gesù, rispetto all’Antico Testamento ma, va detto, anche rispetto a comportamenti registrati nella vita della chiesa nascente. Perché ogni volta che Gesù ha incontrato un peccatore lo ha assolto dai suoi peccati e non ha mai praticato una giustizia punitiva; ha pronunciato con forza i “guai” in vista del giudizio, ma non ha mai castigato nessuno: Gesù sapeva distinguere tra la condanna del peccato e la Misericordia verso il peccatore”.

Questa è la bella e sconvolgente notizia: la Misericordia di Dio ricrea e fa rivivere la persona. Ridà una speranza a chi pensa che la sua vita sia irrimediabilmente perduta! Questa Misericordia di Dio in Gesù Cristo rende possibile per ogni persona  un nuovo inizio.

La Misericordia è al tempo stesso “scandalo” e  “sfida”.  E’ scandalo perché ci disturba e ci inquieta profondamente, sfida perché va condivisa, trasmessa e testimoniata.

Una domenica di Misericordia per noi tutti che ci riconosciamo peccatori.

†  Francesco Savino

condividi su