Is 52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18

Natale del Signore

25-12-2024

Fratelli e sorelle, anche quest’anno la vita ci fa dono di celebrare insieme il mistero del Natale, il mistero di Dio che si fa prossimo alla nostra umanità.

Lui, il “Totalmente altro”, si fa uno di noi: uomo, con tutte le sue fragilità. Uno di noi per condividere ciò che noi siamo, per dirci nella realtà che è possibile, nonostante tutto, vivere il tempo che la vita ci concede nel miglior modo possibile, “da Dio”.

Un’esigenza profonda avverto: andiamo oltre ogni formalità, ogni banalità, ogni facile slogan e fermiamoci in contemplazione, in silenzio davanti al presepe, la più bella opera d’arte che mai si potè immaginare, per restituire al Natale, al nostro Natale quella carica rivoluzionaria, quella rivoluzione che Dio ha compiuto facendosi come noi.

Una domanda s’impone dinanzi alla scelta di Dio: perché “scende”? Perché si fa uomo? Ritengo che la risposta di Tommaso d’Aquino possa non soltanto convincerci ma anche commuoverci.

Il Verbo, la Sapienza di Dio che era presente quando fu creato il mondo, il cielo, la terra, l’uomo. Il Verbo che era presso Dio ed era Dio “assunse la nostra natura, affinché, fatto uomo, facesse gli uomini dèi”. È il “sublime scambio” di cui ci parla il Prefazio III del Natale nella Liturgia: “La nostra debolezza – vi leggiamo – è assunta dal Verbo, la natura mortale è innalzata a dignità perenne, e noi, uniti a te in comunione mirabile, condividiamo la tua vita immortale”. In altre parole: il Natale è la festa della nostra divinizzazione! Siamo dunque resi da Dio, che in Gesù entra nella nostra umanità come uomo e fratello nostro, figli di Dio! E lo siamo realmente!

Il Natale di quest’anno ci fa cogliere tutte le contraddizioni, il paradosso, di questo nostro tempo ormai così complesso: Dio ci vuole come Lui e noi scegliamo di essere disumani e violenti.

«Ci stiamo avvicinando all’inimmaginabile: una polveriera che rischia di inghiottire il mondo… Il livello di impunità nel mondo è politicamente indifendibile e moralmente intollerabile. Oggi, un numero crescente di governi e altri soggetti si sentono autorizzati a fare di tutto. Possono calpestare il diritto internazionale. Possono violare la Carta delle Nazioni Unite. Possono chiudere un occhio sulle convenzioni internazionali sui diritti umani o sulle decisioni dei tribunali internazionali. Possono infischiarsene del diritto umanitario internazionale. Possono invadere un altro Paese, distruggere intere società o ignorare completamente il benessere del proprio popolo» (Antonio Guterres, Segretario generale dell’Onu, in chiusura del Summit del Futuro del 22-23 settembre u.s.).

Scegliamo la follia delle guerre, gli investimenti nelle armi, e li togliamo all’educazione, alla salute, al ripianamento dei debiti economici, ecologici e culturali che stanno rendendo i poveri sempre più poveri. Dio ha scelto da che parte stare e la nascita di Gesù ci mostra la scelta di Dio e ci chiama ad attivare insieme al Messia processi di cambiamento di questa nostra storia. Non arrendiamoci alla follia di chi pensa che le guerre e le armi siano la soluzione ai problemi che la storia, con la sua geopolitica, impone.

“Il Verbo si è fatto carne”: questa è ancora una volta la bella notizia che non può non sconvolgere positivamente la nostra vita, la realtà che abitiamo, i nostri sguardi.

È la notizia che rivoluziona, trasforma, la nostra storia. Il Natale è tutto racchiuso in questa affermazione: “Dio si è fatto uomo”, ancora meglio “Dio si è fatto bambino”, e quel bambino è l’Emmanuele, il Dio con noi.

Il Natale quest’anno, tra l’altro, è attraversato dalla gioia della Chiesa intera che inaugura un nuovo e prezioso anno Giubilare “Pellegrini di speranza”. Il Santo Padre ha interpretato pienamente i sentimenti delle donne e degli uomini del nostro tempo e propone l’annuncio del Vangelo come fonte di speranza certa per tutti: “La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino” (Benedetto XVI, Spe salvi 1). Il profeta Isaia parla di un bambino affidato alle nostre cure: si sa un bambino è l’immagine carnale della speranza. Dio diventando bambino realizza questa profezia di Isaia che interpella anche noi cristiani del terzo millennio: a volte troppo abituati a delegare a Dio le nostre responsabilità personali e sociali, invece la speranza chiede cura, impegno, attenzione. La speranza è un bambino bisognoso ed esigente. La speranza diventa carne a Natale nel corpo esile e tenero di Gesù!

La nascita di Bambino Gesù accade in una situazione poco agiata e comoda: un parto senza speranza potremmo dire. Se la speranza è una virtù bambina, è anche vero che se non ce ne prendiamo cura si fa chiamare paura (C. Peguy). La paura che prese anche i pastori quella notte: “Non temete vi annuncio una grande gioia”. La fonte della speranza per le nostre notti, crisi e dolori è il vangelo di Gesù accolto senza riserve: scegliamo in questo Natale di vivere con più audacia, cioè con speranza. Ce lo chiedono i nostri figli, la casa comune, il nostro territorio dilaniato dal cancro della malavita organizzata. Troppe volte noi cristiani siamo i discepoli delle paure represse, accantoniamo la speranza in lontani sogni di gioventù. No, la speranza è il modo di pensare e scegliere di coloro che amano e seguono Gesù nato, crocifisso e risorto. Non è vero che “chi di speranza vive, di speranza muore” … in realtà per noi cristiani “chi di speranza vive, di speranza risorge”. L’annuncio di gioia del Natale bussi alle ansie e alle paure del nostro cuore per farci prendere consapevolezza della chiamata alta, impegnativa e preziosa a cui ci esorta il divino bambino. Rimaniamo come Maria accanto alla speranza diventata bambino Gesù: Santa Maria, Madre di Dio, Madre nostra, insegnaci a credere, sperare ed amare con te. Indicaci la via verso il suo regno! Stella del mare, brilla su di noi e guidaci nel nostro cammino!

Buon Natale a tutti.

   Francesco Savino

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