Santi Filippo e Giacomo, apostoli
1Cor 15, 1-8; Sal 18; Gv 14, 6-14
Sabato 3 Maggio 2025
Roma, Basilica di San Pietro
in occasione della partecipazione dell’UCID al Giubileo dei Lavoratori
Care sorelle e cari fratelli,
ci siamo riuniti attorno all’altare del Signore per il rendimento di grazie che ci unisce al di là di ogni distanza. È il suo Vangelo, come ci ha ricordato l’apostolo Paolo nella prima lettura, che ci tiene uniti e ci fa sperimentare la gioia di amarci come Lui ci ha amati. È il suo Vangelo che dischiude ogni forma di chiusura e oppressione che ci impedisce di sentirci figli amati e fratelli tra noi. È il Vangelo la buona notizia che rende più umana la nostra vita, più giusta la nostra convivenza e più onesto il nostro lavoro quotidiano.
- Il Giubileo: conversione dei cuori.
In questo rendimento di grazie al Signore per la fedeltà del suo amore c’è anche il grazie per il vostro lavoro, costante e sofferto, che contribuisce all’edificazione di una società più fraterna e solidale. Questa celebrazione dedicata proprio a voi lavoratori, nel contesto giubilare, ci permette anche di invocare con coraggio una conversione dell’approccio con cui viene considerata la dignità di molte lavoratrici e lavoratori. Accanto al vostro impegno onesto e leale non è superfluo richiamare con urgenza una maggiore tutela dei vostri diritti: soprattutto delle donne in attesa, dei lavoratori portatori di disabilità e di quelli con figli a carico. Soprattutto dei giovani che cercano nei propri Paesi vie per sviluppare le loro potenzialità e risorse. Voglio ribadire con forza e parresia, quella parresia a cui ci ha sempre invitato il compianto Papa Francesco, che non c’è economia senza imprenditori.
«Non c’è peggiore povertà di quella che priva del lavoro e della dignità» (Fratelli Tutti, 162).
La perdita del lavoro, la sua mortificazione o la sua insicurezza feriscono l’anima dell’uomo, lacerano il tessuto della società, offendono il disegno stesso di Dio.
Oggi, alla luce della fede e nel rigore della verità, siamo chiamati a ribadire che:
- Il lavoro è diritto e dovere sacro, inalienabile patrimonio di ogni essere umano, quale che sia la sua condizione, provenienza o storia.
- La sicurezza nei luoghi di lavoro è esigenza inderogabile: ogni vita spezzata sul lavoro grida giustizia davanti al trono dell’Altissimo.
- La legalità nell’economia non può essere sacrificata sull’altare del profitto: il lavoro nero, lo sfruttamento, le forme abusive di impiego sono offese al Creatore e scandalo per l’uomo.
- La giusta retribuzione non è concessione, ma diritto intrinseco della persona lavoratrice: una società che umilia il lavoro umilia se stessa.
- La lotta alla precarietà è condizione per edificare una comunità salda, capace di generare futuro e di offrire ai giovani la possibilità di costruire la propria vita con dignità e speranza.
A voi, stimati imprenditori, rinnovo un pressante invito: abbiate il coraggio di investire nella giustizia e nella legalità, di produrre economia pulita e civile, di aprire strade nuove all’innovazione autentica, quella che mette al centro e non solo il capitale materiale, ma soprattutto quello umano e spirituale. Essere imprenditori è una vocazione!
Come ci ha ricordato il Santo Papa Francesco, in un’omelia a noi tanto cara: «Dietro ogni lavoratore c’è una famiglia, ci sono sogni, ci sono speranze. E c’è la dignità» (San Giuseppe Lavoratore, 2020).
Sappiate dunque custodire questi sogni e queste speranze come il bene più prezioso affidato alle vostre mani.
- Giubileo: ringraziamento per le opere del lavoro.
Nel Vangelo che abbiamo ascoltato viene riportata una frase di Gesù che ci fa riflettere tanto: “Chi crede in me compirà opere più grandi”. Il vostro lavoro, utile al sostentamento delle vostre famiglie, è anche il modo attraverso il quale rendete più bella questa umanità. L’opera delle vostre mani e delle vostre menti infatti continua nel nostro tempo le opere di Cristo. Quanti incontri che fate contribuiscono a rendere le persone più libere e felici? Quanti incoraggiamenti, quante parole buone, quanto aiutate a custodire la dignità della vita di tanti fratelli e sorelle? Il vostro lavoro è un’opera preziosa agli occhi di Dio, può diventare uno strumento di santificazione nelle vostre mani soprattutto se lo svolgere con il Vangelo nel cuore. E quindi con spirito di donazione e carità fraterna, lontano da interessi meramente economici.
- Giubileo: il lavoro esercizio di verità.
L’amato papa Francesco nel suo prezioso magistero, molto attento ai temi sociali ebbe a dire: “I principi di solidarietà e sussidiarietà, correttamente coniugati, sono alla base di una società che include, non scarta nessuno e favorisce la partecipazione. Senza la sussidiarietà non c’è vera solidarietà, perché si rischia di non dare voce alle capacità, ai talenti che fioriscono nei corpi intermedi. Le famiglie, le cooperative, le imprese, le associazioni sono il tessuto vivo della società. Dare loro spazio e voce significa liberare energie perché il bene comune sia frutto dell’impegno e della solidarietà tra tutti”. (Papa Francesco, 9 dicembre 2022, Discorso al Movimento cristiano lavoratori). Il lavoro – sotto lo sguardo di Gesù via, verità e vita – diventa palestra di autenticità nella misura in cui rispetta un modo di vivere onesto e liberto non schiavo delle logiche di un’economia che uccide la dignità delle persone. Il lavoro diventa esercizio di verità nella misura in cui rispetta e valorizza i principi della solidarietà e della sussidiarietà non poche volte minacciati dalle nostre democrazie, che oggi rischiano di diventare autocrazie. L’impegno della Chiesa, dunque, durante questo anno giubilare diventa anche voce profetica a favore di una speranza critica e liberante per ogni battezzato che anticipa con il suo lavoro il Regno di pace e giustizia che sta per venire.
Buona strada a tutti!
✠ Francesco Savino
Vescovo di Cassano all’Jonio
Vicepresidente Conferenza Episcopale Italiana