Omelia XXI Domenica del Tempo Ordinario 25 Agosto 2019

Omelia XXI Domenica del Tempo Ordinario 25 Agosto 2019
24-08-2019

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO [SCARICA] 

Is 66, 18-21; Sal 116; Eb 12, 5-7.11-13; Lc 13, 22-30

25  Agosto  2019

Chi potrà salvarci? 

Questa domanda è al centro della pagina del Vangelo di questa XXI Domenica del T.O.

Gesù, in cammino verso Gerusalemme, va “con risolutezza” verso la morte terribile che lo attende. Ad un tale  che gli si avvicina e gli chiede: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”, Egli risponde: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno”. 

La vita cristiana richiede sforzo, fatica, esige «la bella battaglia della fede» (1Tm 6,12): non è una lotta contro altri uomini, bensì una battaglia che ognuno combatte nel proprio cuore contro le dominanti del male e del peccato (cf. Ef 6,10-17), contro «il peccato che ci assedia» (Eb 12,1), contro quelle pulsioni che sonnecchiano in noi, ma che sovente si destano con una prepotenza aggressiva fino ad assumere il volto di tentazioni seducenti. 

Anche Gesù ha combattuto la sua battaglia per essere fedele a Dio: dalla vittoria contro le tentazioni nel deserto (Lc 4,1-13) alla notte del Getsemani (Lc 22,39-46) , fino alla croce (Lc 23,35-39).

Per essere salvati occorre non uno sforzo volontaristico, ma disporre tutto il nostro essere ad accogliere il dono di grazia di Dio “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1Tm 2, 4).

La salvezza viene offerta a tutti, nessuno escluso, in Gesù Cristo che possiamo invocare sempre, con assoluta fiducia. 

Per questo, nel Vangelo di oggi, Gesù parla di un padrone di casa che può aprire e chiudere la porta: soltanto a Lui, il Signore, spetta il giudizio su ciascuno. E sarà un giudizio di verità. 

Conterà poco o nulla se abbiamo conosciuto e ascoltato la Sua Parola, se abbiamo rispettato le consuetudini religiose. Saremo giudicati sull’amore, se abbiamo amato come Lui ci ha amati.

Non servirà a nulla bussare alla porta e supplicare “Signore, aprici” se non abbiamo vissuto l’amore. Infatti ci sarà risposto: “Voi, non so di dove siete, allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.

La conclusione del Vangelo di oggi, che sembra duro, apre ad una grande speranza: “verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio”. Per tutti è preparato il banchetto escatologico già profetizzato (Is 25,6-10;66, 18-21).

“Gesù ha inaugurato questo banchetto nel sedersi a tavola insieme a pubblicani e peccatori (cf. Lc 7,34): con la sua pratica di umanità egli ha narrato che cos’è una vita salvata, una vita umanamente piena, capace di amare la terra e di servire Dio nella libertà e per amore […] l’unica condizione richiesta per prendere parte alla gioiosa festa escatologica, al «banchetto delle nozze dell’Agnello» (Ap 19,9), è la bella lotta per vivere qui e ora come Gesù ha vissuto”.(Enzo Bianchi)

Il giudizio presenterà delle sorprese: “Vi sono ultimi che saranno primi e vi sono primi che saranno ultimi”.

Sant’Agostino diceva: “Nell’ultimo giorno molti che si ritenevano dentro si scopriranno fuori, mentre molti che pensavano di essere fuori saranno trovati dentro”.

E Simone Weil: “la vera fede si mostra non da come uno parla di Dio, ma da come parla e agisce nella vita, da lì capisco se uno ha soggiornato in Dio”.

Buona Domenica.

   Francesco Savino

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