Gen 1,1 – 2,2; Sal 103; Gen 22, 1-18; Lc 24,1-12
Quando siamo nella notte essere delusi è facile, ma non è la soluzione! La luce della Pasqua infatti giunge sempre come un varco inatteso, una fenditura nella notte chiaroscura dei giorni della nostra vita. Non è una data tra le altre: è una visita che scardina. Un passaggio dell’Amato nella notte del mondo. Nelle nostre notti! Arriva quando meno ce l’aspettiamo: quando la vita ci spoglia, ci denuda, ci rende fragili come Gesù innalzato sul legno della croce.
Siamo spesso architetti del nascondimento: copriamo la fatica, mascheriamo il dolore, camuffiamo il fallimento. Il Signore della vita, il Risorto, ci raggiunge nel punto più basso che spesso, abitiamo svelandoci. Non per esaltare la sofferenza ma per abitarla, per redimerla, per trasfigurarla, per farla risorgere. Non oltrepassa le nostre lacerazioni: si ferma, le tocca, le rende dimora della sua grazia. Straordinarie le donne di cui parla l’evangelista Luca, come sono preziose, come è significativa la loro compagnia, sono veramente come noi, spesso prigionieri delle nostra paure e fanno esperienza che Gesù, il giusto tradito, abbandonato, crocifisso ingiustamente, non è più tra i morti, è vivo, il suo amore folle e vero, autentico ed eccedente ha vinto la morte. Forte come la morte è l’amore! L’amore vince tutto anche la morte! Anche la nostra morte! Le nostre morti!
“Solo un Dio che soffre può salvare”, scriveva Bonhoeffer. È questo Dio, che ha amato fino al sangue, non ha rimosso le piaghe le ha rese luminose, le cicatrici del Risorto sono ancora lì ma brillano. Sono gloria non più sconfitte.
Questa notte di Pasqua ci consegna la certezza che si può rinascere anche con le crepe dell’anima. Il Risorto ci viene incontro anche i nostri frammenti incompiuti. Possiamo rialzarci stanotte, domani anche se la pietra sepolcrale sembra pesare troppo. La Pasqua non è assenza di dolore ma è luce che lo attraversa. È forza che rotola via i macigni del cuore. È slancio dirompente che rotola via le zavorre che chiudono i nostri sepolcri.
A te Gesù Crocifisso Risorto mi rivolgo in questa notte chiedendoti di asciugare le lacrime del nostro Sud assetato di giustizia e accarezza le mani vuote di chi attende e un abbrivio di speranza. Questa nostra terra, che abitiamo e che amiamo, spesso dileggiata e carica di stereotipi, profondamente fascinosa, può sollevarsi. Anche la nostra Diocesi, la nostra amata Chiesa locale, ha diritto a un bagliore che redime. Tu Gesù Risorto travolgi noi, tuoi figli, liberandoci dalle sirene di una postura accidiosa e dal grigiore della rassegnazione. Soffia su di noi il vento della Resurrezione e rendici seminatori di speranza e non custodi di sepolcri. Fa che ogni notte custodisca una promessa. Che ogni sasso diventi soglia.
La Resurrezione ci provoca a scommettere sull’aurora per ogni vita coperta dalla notte!
Che questa Pasqua ci rialzi, ci rinnovi, ci renda viandanti della promessa. Che nessuno si senta escluso dalla possibilità di ricominciare.
Portiamoci reciprocamente nel cuore! Benediciamoci!
Cristo è Risorto! E con Lui anche noi siamo già risorti, che aspettare a godere di questa vita nuova?
✠ Francesco Savino