Is 66, 18-21; Sal 116; Eb 12, 5-7.11-13; Lc 13, 22-30

XXI domenica del tempo ordinario- c

24-08-2025

 

Il Vangelo di questa Domenica è un invito forte ad un cambiamento radicale di vita. Alla conversione, direi!

Gesù continua il suo cammino verso Gerusalemme e un tale gli chiede: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”.

Gesù nel rispondere sposta l’attenzione: dal piano della argomentazione al piano della conversione: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare ma non ci riusciranno”. La domanda posta abita ancora oggi i nostri cuori: la salvezza sarà riservata a pochi giusti, oppure la misericordia di Dio aprirà le porte del cielo a molti?

È chiaro che ci sono domande che scottano in ogni credente, domande che generano dubbi, che tormentano, per questo la domanda che quel tale pone a Gesù è una domanda che non può non vederci coinvolti.

Gesù, che invita alla conversione, mette in evidenza la necessità e l’urgenza della lotta per entrare per quella porta stretta che è la Salvezza. Dobbiamo renderci conto che nel nostro cammino verso il Regno urge un combattimento continuo e costante contro un avversario, un oppositore molto potente che è Satana.

Sapientemente così si esprime Enzo Bianchi: “Nessuna illusione: la sequela di Gesù è a caro prezzo, costa fatica e impegno, richiede di combattere con le armi spirituali, a volte fino all’agonia, alla lotta davanti alla morte, come l’ha vissuta Gesù (cfr. Lc 22,44). La porta stretta non vuole impedire l’entrata, ma rivela che solo chi sa lottare, solo chi sa che la meta è il regno di Dio, potrà oltrepassarla. Occorre perciò essere equipaggiati e vigilanti per arrivare in tempo, prima che la piccola porta, ultima possibilità, sia chiusa. Perché come in ogni città, una volta calata la notte, vengono chiuse prima la grande porta, poi la porticina: allora nessuno potrà più entrare…Gesù ammonisce dunque gli ascoltatori: “Restando fuori, comincerete a bussare, pronunciando preghiere e litanie: ‘Signore (Kýrie), aprici!’. Ma egli vi risponderà: ‘Non so di dove siete!’”. Quanti sono rimasti fuori, però, non desistono, ma continuano a pregare e a chiedere l’apertura della porta, ricordando le loro relazioni con il Signore stesso, tutte relazioni religiose. Dicono infatti: “Abbiamo mangiato e bevuto davanti a te, celebrando la tua cena, l’Eucaristia! Ti abbiamo ascoltato quando predicavi nelle nostre piazze!”. Ai loro occhi questo vissuto, ritenuto vicinanza e comunione con il Signore, dovrebbe far cambiare la sua decisione e quindi indurlo ad aprire la porta a gente che si ritiene conosciuta da lui, che pensa di vantare meriti dovuti all’appartenenza religiosa e all’assolvimento degli atti di culto, certamente necessari ma non sufficienti, se non sono accompagnati dalla concreta realizzazione della volontà del Signore”.

Gesù contesta la verità di chi vanta una vicinanza ma che di fatto durante la vita ha soprattutto malversato, che ha ascoltato soltanto formalmente la predicazione di Gesù ma non ha operato per la giustizia. Gesù puntualizza che nel giorno del giudizio, ai suoi occhi non conteranno l’appartenenza alla sua comunità, la frequentazione della sua Parola e dell’Eucarestia, ma la realizzazione del bene e della giustizia nella vita, nelle relazioni con gli altri.

Questa Parola di Gesù è di grande ammonimento per noi oggi che dobbiamo essere consapevoli che l’appartenenza ad una parrocchia, la frequentazione alle liturgie non sono una sorta di “polizza di assicurazione” per entrare nel Regno di Dio. Ciò che conta è la vita, di giustizia e di carità.

“E accadrà allora anche che proprio quelli “dentro” (éso), appartenenti alla comunità cristiana, alla chiesa, respinti alla porta del Regno, vedranno quelli che stavano “fuori” (éxo) ed erano lontani, non appartenenti alla comunità di Gesù, seduti alla tavola del banchetto del Regno con Abramo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti. Lo dirà anche sant’Agostino: “In quel giorno molti che si ritenevano dentro si scopriranno fuori, mentre molti che pensavano di essere fuori saranno trovati dentro”. Capovolgimento della situazione e delle precedenze: i primi invitati, i primi destinatari della buona notizia appariranno gli ultimi, addirittura saranno fuori dal Regno, mentre proprio quelli che non si supponevano vicini a Dio troveranno posto al banchetto del Regno” (Enzo Bianchi).

Una domanda rigorosa pone a noi lettori di oggi il Vangelo di questa Domenica, un vero e proprio discernimento: Sono solo uno che si dice cristiano, che prega, che partecipa all’Eucarestia, ma di fatto ho una vita non conforme alla volontà del Signore, oppure sono uno che pregando, nutrendomi di Parola e di Eucarestia cerca ogni giorno di essere coerente con la volontà di Dio?

Sono uno che potrebbe rispondere come lo starets Giovanni all’Imperatore ne Il dialogo dell’Anticristo di Vladimir Solov’ev “Grande sovrano! Quello che abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso”?

Lasciamoci convertire dalla Parola del Vangelo di questa Domenica, che sia una conversione continua, dinamica, nella consapevolezza che entrare nel Regno di Dio implica una lotta costante.

Buona Domenica.

 

   Francesco Savino

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