At 5, 34-42; Sal 26; Gv 6, 1-15
Alessano, Chiesa Madre del Santissimo Salvatore
21 Aprile 2023
30º dies natalis del venerabile don Tonino Bello
Il 30º dies natalis del venerabile don Tonino Bello, nel cuore del tempo liturgico che stiamo vivendo, rinnova in tutta la Chiesa la gioia della Pasqua di Risurrezione. È al Risorto che anche stasera giunge il nostro sguardo stupito nella certezza che solo Lui è capace di donarci quel Pane e quella Parola che ci fanno rialzare dalle tombe dei fallimenti e del dolore. Come non ricordare le ultime parole di don Tonino alla Messa Crismale dell’8 aprile 1993: “Davanti al Risorto non è lecito stare se non in piedi!”.
Alla luce della liturgia della Parola di oggi la testimonianza di vita e di fede di don Tonino – vissuta sempre in piedi – emerge attraverso tre prospettive che nella sua vita si sono continuamente incontrate dando spazio all’amore per Gesù e per la Chiesa: umanità, autenticità e donazione.
- Don Tonino, uomo libero.
Nella prima lettura abbiamo ascoltato le parole chiare e coraggiose del fariseo Gamaliele, il quale mette in guardia i giudei del Sinedrio dal perseguitare i discepoli di Gesù: “Se infatti questo piano o quest’opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli”. Gamaliele è libero di parlare anche di fronte i suoi accaniti interlocutori perché desidera assecondare la verità e non le proprie ideologie. La vicenda di Gamaliele interroga tante nostre logiche relazionali: quanto costa a ciascuno di noi la verità? Quante volte preferiamo giocarcela sull’altare della doppiezza e dell’ipocrisia?
Don Tonino, sin dalle sue umili origini in questa terra bellissima, ha imparato il dialetto della libertà e il costume della sincerità. Ha abitato e apprezzato la sua umanità senza finzioni o maschere, preferendo sempre la libertà da ogni compromesso, per scegliere il bene e seguire la volontà di Dio. Don Tonino è stato un uomo libero, “fino in fondo anzi fino in cima” come amava dire. Anche nel ministero episcopale ha sempre conservato i frutti maturi della sua umanità sulla quale ha lavorato instancabilmente, per farsi voce di ogni uomo e ogni donna. Per stare con dignità dalla parte dell’umanità fragile e incerta, con fiducia e particolare empatia.
- Don Tonino, cristiano autentico.
Lasciandoci accompagnare ancora dal fariseo Gamaliele possiamo imparare che la verità è seminata nei cuori di chiunque e conduce al riconoscimento umile dell’iniziativa di Dio. Così egli sentenzia alla fine del suo passionale discorso: “Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio!”. Gamaliele ammette che occorre vigilare per comprendere come e dove lo Spirito agisce nella storia, evitando di combattere con Dio. A sessant’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II ancora fatichiamo a leggere e interpretare i segni di Dio nella storia, a volte ripiegati su nostalgie passate o urgenze fittizie. L’autenticità di don Tonino poggiava sulla fedeltà a Dio e alla storia. È stato un vero figlio del Vaticano II: innamorato di Gesù, del suo battesimo, della storia e delle persone che incontrava. La fede di don Tonino vibrava di realismo e profezia nella continua ricerca dello sguardo amorevole del Padre: non si è mai preso il lusso di combattere contro Dio, anzi! Fedelmente in ascolto della sua Parola, attento scrutatore dei segni dei tempi: è stato capace di lasciarsi stupire dalle sorprese di Dio. Don Tonino ha vissuto senza sconti il “dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo, così che, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sulle loro relazioni reciproche” (Gaudium et spes, 4). La sua autenticità risiedeva in un cristianesimo vissuto come perenne novità, sempre lontano dalle abitudini stanche e spente, proteso verso l’oggi di Dio che si realizza in ogni limite e frontiera umana. Don Tonino ci insegna l’urgenza di annunciare Gesù dappertutto: nei templi, che sono pur sempre “basiliche minori”, ma anche nelle “basiliche maggiori” che sono le persone vive, santuari viventi di carne e di sangue, di sogni e delusioni, e comunque soggetti dove si addensa la speranza nutrita di fede e di carità.
- Don Tonino, Pastore mangiato.
Il Vangelo di oggi mette al centro la domanda di pane, che Gesù pone a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Una domanda che mette in crisi tante nostre fragili sicurezze e attiva in noi il senso della condivisione di ciò che siamo. È una domanda che ne richiama un’altra altrettanto significativa che Nicodemo pose a Gesù nel capitolo 3: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Da una parte c’è la necessità di scoprire che ci si sfama con il dono di sé e dall’altra che tutto ciò avviene soltanto per mezzo del suo Spirito. I discepoli credono ancora di recuperare il pane a forza di spese, consumo e guadagno. Ma Gesù propone e offre un pane diverso. Il pane di Gesù non è un dono a buon mercato, non è frutto del nostro sforzo o delle nostre capacità, ma è il dono libero e autentico di ciò che siamo. È la nostra fragile ma preziosa umanità il dono più atteso da tutti, dentro e fuori la comunità ecclesiale. L’apostolo Andrea, nel brano evangelico, indica un ragazzino che custodisce nella borsa cinque pani e due pesci. Un companatico quasi ridicolo nella bisaccia di un inerme ragazzo. Ecco agli occhi di Gesù ciò che conta, ciò che basta, ciò che vale! È proprio questo fragile ragazzo, in mezzo a quella folla affamata, l’origine del dono. Don Tonino nella sua vita di Pastore non ha mai smesso di donarsi fino alla fine, nella certezza di essere rinato ad una vita più grande e preziosa.
Così papa Francesco lo ha descritto il 20 aprile del 2018 a Molfetta: “Don Tonino ha vissuto così: tra voi è stato un Vescovo-servo, un Pastore fattosi popolo, che davanti al Tabernacolo imparava a farsi mangiare dalla gente”. La vita, le energie e il tempo di don Tonino sono stati mangiati dal suo amato popolo. Si è donato al Signore, affinché Lui se ne servisse come suo semplice operaio nella sua vigna. Sì, sarà venuta in mente anche a voi l’immagine del grembiule, tanto cara a don Tonino: il simbolo del servizio, di colui che non solo dispensa e spende per gli altri, ma si spende totalmente per loro, senza pretese e senza onori. Come si esprimerebbe ancora don Tonino, Gesù ci insegna a rinunciare ai segni del potere, per cogliere la bellezza e l’intensità del potere dei segni. Quali? Quelli intravisti nella Parola di Dio di oggi: l’ascolto reciproco, il tempo donato per l’altro, la condivisione di quanto si ha, di quello che si è, saper rendere grazie e raccogliere gli avanzi, perché nulla vada perduto. Perché nulla e nessuno si perda in questa umanità affamata di condivisione e accoglienza, di pace e di riscatto, di autenticità e bellezza.
Don Tonino ha scelto di vivere povero, come i poveri, in mezzo ai poveri. Ricco solamente di quel “rendimento di grazie” che gli ha fatto condividere speranza e tenerezza nelle comunità e nelle famiglie che ha visitato. Nel dono di sé don Tonino ha trovato la password della vita eterna e siamo certi che ci benedice e ci invita ad osare vie nuove e creative per la Chiesa in Italia, nella fiducia dello Spirito che, come “il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va” (Gv 3,8). Ringraziamo il Dio dell’amore per avercelo donato e chiediamo a Lui la grazia di camminare insieme sulla strada del Vangelo, fedeli alla voce di Dio e al grido dei poveri.
Don Tonino, artigiano e profeta di pace,
aiutaci a non combattere contro Dio.
Don Tonino, artigiano e profeta di pace,
benedici ogni desiderio di riscatto e di cambiamento che sboccia nei cuori del popolo di Dio.
Don Tonino, artigiano e profeta di pace,
accompagna i nostri passi, perché deposta ogni briciola di orgoglio, diventiamo sorelle e fratelli tutti.
Don Tonino, artigiano e profeta di pace,
accendi nei nostri cuori la passione non violenta del Vangelo.
Don Tonino, artigiano e profeta di pace,
insegnaci la docilità alla Sua croce come via della vita piena.
Don Tonino, artigiano e profeta di pace,
ispira ogni nostra scelta cristiana verso la rivoluzione del Vangelo.
Don Tonino, artigiano e profeta di pace,
dona alle nostre Chiese il coraggio di essere povere e per i poveri.
Don Tonino, artigiano e profeta di pace,
rendici inquieti fino a quando l’umanità non sarà diventata un cuor solo e un’anima sola.
Amen!
✠ Francesco Savino